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Dino

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MA MI FACCIA IL PIACERE

l'editoriale di Marco Travaglio

12 dicembre 2022

Ma magari. “Sulle intercettazioni mi batterò fino alle dimissioni” (Carlo Nordio, FdI, ministro della Giustizia, 7.11). La minaccia ricorda quella di Renzi di lasciare la politica in caso di sconfitta al referendum: più che spaventare, fa ben sperare.

Gliele canta chiare. “Mazzette dal Qatar, Gentiloni: ‘Se corruzione confermata sarebbe gravissimo. Giusto aprire un dibattito’” (ilfattoquotidiano.it, 11.12). Ammazza che grinta.

Matteo il Battista. “Il nuovo nome del partito potrebbe essere PaDeL” (Matteo Lepore, sindaco Pd di Bologna, Un giorno da pecora, Rai Radio 1, 30.11). Non sarà meglio Tressette? O Bocce? O Minigolf?

Furbi, loro. “Kiev colpisce di nuovo in Russia. E gli Usa prendono le distanze” (Giornale, 7.12). Riempiono gli ucraini di armi, poi s’incazzano se quelli le usano.

Il deterrente. “‘C’è la Meloni, non partiamo più’. I dubbi degli africani in attesa di imbarcarsi” (Libero, 2.12). “Le Ong ricominciano a caricare migranti. E attaccano la Marina” (Libero, 6.12). Ma come, c’è la Meloni e partono lo stesso?

Giornalismo 2.0. “Conte in golfino a collo alto che abbraccia gli emarginati a Scampia. Conte travestito da esistenzialista francese in mezzo ai disoccupati di Torino… Bastava andare in giro per l’Italia indossando – come a Carnevale – il vecchio golfino del professor Sartre… Indossa quel golfino a collo alto che è diventato la sua divisa da Café de Flore, da scapigliato di sinistra… Ma quanti ne ha, di questi golfini? Glieli ha comprati Casalino? Chissà… Sotto forma di Madonna pellegrina ma in golfino a collo alto… Visita i tossicodipendenti di Rogoredo col dolcevita addosso…” (Salvatore Merlo, Foglio, 7.12). “Indossa il dolcevita scuro, la divisa da capopopolo dei derelitti che ha segnalato dal primo istante il cambio di copione: via l’Himalaya della pochette dal taschino della giacca, costume da premier, dentro il maglioncino a collo alto che fa subito cinema francese, per i palati fini, antidoto della nonna alla crisi energetica per tutti gli altri: copriti che fa freddo” (Concita de Gregorio, Repubblica, 10.12). Ma farvi curare da uno bravo?

Ha stato Conte. “Conte è divorato dal rancore e dal desiderio di vendetta, ha mollato la pochette e ha imbracciato il mitra… È una persona falsa e pericolosa, quel ‘ci vuole la morte per Giorgia Meloni e per sua figlia’ non ha il suo timbro di voce ma porta le sue impronte digitali” (Alessandro Sallusti, Libero, 8.12). Lo portano via.

La vera opposizione. “Il gioco allo sfascio che fa male al Paese”, “Questo governo, per chi ha scelto nei suoi confronti la strada della ‘opposizione fortissima’ (copyright di Conte…), deve solo cadere. Prima possibile” (Alessandro Campi, Messaggero, 7.12). Strano: negli altri Paesi le opposizioni i governi li tengono su il più lungo possibile.

Modestamente lo nacqui/1. “Il silenzio degli idioti del putinismo potrebbe essere già un regalo mica male” (rag. Claudio Cerasa, Foglio, 8.12). Noi ci accontenteremmo del silenzio degli idioti, punto.

Modestamente lo nacqui/2. “La stupidità è viva e lotta insieme a noi” (Beppe Severgnini, Corriere della sera, 11.12). Plurale maiestatis?

The Economist. “Più è basso il tetto al contante, più si rischia l’evasione. Perché siccome io i contanti posso averli per mille ragioni, magari tenevo dei contanti in casa, magari un amico mi ha restituito un prestito che gli avevo fatto… Se non li posso spendere, tenderò a farlo in nero. Per cui più fai salire il tetto al contante, meno favorisci l’evasione” (Giorgia Meloni, FdI, presidente del Consiglio, 4.12). Premio Nobel per l’Economia, subito.

Facciamoci riconoscere. “Sgarbi attacca il sovrintendente della Scala, Meyer: ‘È straniero’” (Stampa, 8.12). Invece lui purtroppo è italiano.

Parlar chiaro. “E ancora il giro borderline con la violenza politica, la micidiale vicenda giudiziaria che coinvolge Adriano Sofri…” (Antonio Dipollina, Repubblica, 5.12). È il loro modo di chiamare l’assassinio del commissario Luigi Calabresi per mano di un commando di Lotta Continua.

L’esperta. “Dovevano eliminare le correnti per rilanciare il Pd, invece vedo che si vuole eliminare il Pd per preservare le correnti” (Marianna Madia, deputata Pd, 8.12). Vuole abolirle perché le ha già girate tutte.

Il titolo della settimana/1. “Alla Scala l’Italia di Mattarella” (Repubblica, 8.12). Lui era sul palco reale e l’Italia fuori.

Il titolo della settimana/2. “La mafia uccide solo d’estate L’antimafia inganna tutto l’anno” (Renato Farina, Libero, 6.12). Allora molto meglio la mafia.

I titoli della settimana/3.
“Viva Rai2, il mattino ha il Fiore in bocca” (Stampa, pag. 27, 6.12). “Il mattino ha il Fiore in bocca” (Stampa, pag. 30, 6.12). Ammazza che fantasia.

Il titolo della settimana/4. “‘Assoluzione inappellabile? Non si può. Giorgia ha paura di Travaglio e di Md… Meloni è letteralmente terrorizzata da Marco Travaglio…’” (Riformista, 6.12). Uahahahahahah.

Il titolo della settimana/5. “Marx e Freud ‘papà’ dell’ideologia trans” (Libero, 9.12). Altri due froci.

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13/12/2022

Il sinistro della Giustizia

(Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – Non vogliamo credere a un amico avvocato, secondo il quale il pm Carlo Nordio era simpaticamente noto negli ambienti giudiziari veneziani come “el Mona”. Ma sappiamo che è molto spiritoso. Infatti le sue “riforme” fanno scomp*s*i**e dal ridere. Come l’idea di sostituire le intercettazioni autorizzate dai giudici in base a precisi elementi di reato, tutte tracciabili e verificabili, con quelle “preventive” decise a capocchia dalle forze di polizia, cioè dal governo, all’insaputa di tutti fuorché di chi le ascolta, con tutti i ricatti possibili e immaginabili, e di spacciare il tutto per “garantismo”. O come la trovata di separare le carriere di giudici e pm perché gli uni potrebbero dare ragione agli altri per colleganza. Il che, detto da un nemico della cultura del sospetto del complotto, è già piuttosto esilarante. Ma l’Italia ha cinque fasi processuali e separare i giudici dai pm non basta: bisogna separare gip, gup, giudici di tribunale, d’appello e di Cassazione. Se no quelli di grado superiore potrebbero voler compiacere quelli di grado inferiore. Insomma, servono cinque carriere giudiziarie, più tre per i pm, i Pg d’appello e i Pg di Cassazione, più due per la panchina (nel caso in cui la Cassazione annulli un appello con rinvio a un nuovo appello, che poi richiede un nuovo giudizio di Cassazione). In tutto 10 carriere: una comica.

A quel punto, pur non essendo colleghi ma frequentando gli stessi ambienti, due giudici di carriere diverse potrebbero diventare amici, o amanti, e tendere a darsi ragione per motivi affettivi: tagliamo la testa al toro e intercettiamoli tutti e 9mila, 24 ore su 24, 365 giorni all’anno, ovviamente in via preventiva, cioè a c***o, per non urtare il garantismo del ministro. Il quale vuol riformare pure l’avviso di garanzia (“s’è trasformato in condanna mediatica anticipata”) e il registro degli indagati (“è diventato fonte di delegittimazione di persone neppure imputate”). Ecco: per qualche rinc*gli**ito che sente dire “avviso di garanzia” e capisce “condanna definitiva”, o “indagato” e pensa “imputato” (ma che gente frequenta, il ministro?), si butta via tutto. Con la stessa logica, chiudiamo le banche perché qualcuno potrebbe capire panche, le scuole perché qualcuno potrebbe confonderle con le stole, gli ospedali perché è facile scambiarli con gli orinali. Mentre lui spacca il capello in quattro, i pm di Bruxelles trovano sacchi di contanti in casa di europarlamentari e la gente, sprovvista del suo squisito garantismo, non si domanda se i tizi siano indagati, imputati o condannati prima di chiamarli ladri. E vorrebbe separare i politici dagli affaristi, non i giudici dai pm. Ma il popolo, si sa, è populista e crede a tutto: persino che Nordio ieri fosse un magistrato e oggi sia il ministro della Giustizia.




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14/12/2022

Furti a fin di bene

(Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – Ora che finalmente la sinistra riparla di questione morale, nessuno sa più cosa sia. C’è chi la confonde con quella penale, che ne è solo una mini-porzione. E chi la scambia per moralismo, o giustizialismo, o populismo, o pauperismo. Eppure la spiega in due righe l’articolo 54 della Costituzione: “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”. Nella famosa intervista del 1981 a Scalfari, Berlinguer non parlava di tangenti, ma dell’occupazione partitocratica di tutti i gangli della società per arraffare soldi pubblici. Una lezione di senso dello Stato e di rispetto sacrale per il denaro dei cittadini. Poi Tangentopoli si mangiò i partiti di governo e fece impazzire l’unico – il Pci-Pds- Ds- Pd – sopravvissuto all’ecatombe (non per innocenza, ma per la tenuta stagna di Greganti&C.). Anziché far pulizia di uomini e idee, imboccò la scorciatoia più comoda ed esiziale: i suoi erano meno ladri degli altri. Rubavano per il partito (bella consolazione: un partito che si regge sui furti). E rubavano meno di Craxi e B..

L’autoassoluzione della sinistra affarista si saldò con l’impunitarismo berlusconiano. Il centrosinistra non abolì una sola legge-vergogna di B. (lo fece poi il vituperato Bonafede). Ogni suo scandalo fu archiviato, nel migliore dei casi, con un’alzata di spalle e, nel peggiore, con campagne forsennate anti-giudici (la Forleo, per aver intercettato i furbetti del quartierino e i loro compari dell’Unipol e di Ds, fu linciata per mesi). I “compagni che sbagliano” lavoravano comunque per la Causa, anzi per la “Ditta”: le coop rosse, le banche e le assicurazioni amiche, il sindacato, le municipalizzate e gli altri posti pubblici per sistemare i trombati, l’accoglienza dei migranti. I quali – spiegò Salvatore Buzzi, intercettato – “rendono più della droga”. Ne sa qualcosa Mimmo Lucano che, a furia di accoglierli a Riace, iniziò a confondere i fondi statali per i migranti col bilancio familiare e divenne il Cetto La Qualunque della sinistra (i viaggi della vorace compagna, la scuola della figlia, la bella vita della sua cricca). Ne sanno qualcosa Soumahoro e signore. Tutti circondati dall’affettuosa indulgenza del “poverino, non è come quelli di destra: lui l’ha fatto a fin di bene”. Ci si scorda persino di chiedere alla Cirinnà da dove vengono i 24 mila euro nella cuccia del cane, perché è tanto brava e ha fatto le unioni civili. Poi un giorno, dopo nove mesi passati a cercare qualcuno pagato da Putin e tre settimane a tuonare contro il tetto al contante della Meloni, arriva un pm belga e trova l’ex segretario della Camera del Lavoro di Milano con le banconote che gli escono pure dalle orecchie. Soldi pubblici? Sì, ma del Qatar. E tutti cadono dal pero. Anzi, dal tetto.




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15/12/2022

Fateci ridere

(Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – L’idea forzista di una commissione parlamentare su Tangentopoli, che poi sarebbe su Mani Pulite (sui pm, non sui ladri: mica sono scemi), è spiritosissima. Un po’ come un programma mattutino di La7, che ieri s’intitolava “Non c’è più la corruzione di una volta” e ospitava Cirino Pomicino, in rappresentanza dei corrotti di una volta. Quindi siamo favorevolissimi. Non tanto per la suspense sul verdetto (che sarà brevissimo, tacitiano: “Rubavano”). Ma perché sarà l’occasione per ricordare la Lega che agitava cappi in aula; i missini (ora in FdI e FI) che assediavano la Camera urlando “arrendetevi, siete circondati”; sfilavano in piazza con la sinistra extra-partiti contro i “ladri”; e tuonavano contro i “Salvaladri”, mentre oggi li fabbricano in proprio. E chiamano ladri solo quelli di sinistra (non indagati come Soumahoro o arrestati come Panzeri, non importa: sono “garantisti”). Intanto la Cassazione condanna a 6 anni il forzista Antonio D’Alì, ennesimo complice della mafia portato e riportato in Senato dalla destra, che però non ne parla: disturberebbe le lezioni di “questione morale” alla sinistra.

La Commissione più pazza del mondo potrebbe anche costringere i partiti a dire cosa farebbero se un pm italiano pedinasse, intercettasse, perquisisse e arrestasse un parlamentare italiano, poi si presentasse in Parlamento a sigillare uffici e portar via carte, pc e telefonini. Come il pm di Bruxelles al Parlamento europeo. Il 2 febbraio 1993 un colonnello della Finanza inviato dal pool di Milano si presentò a Montecitorio per chiedere copia dei bilanci del Psi (documenti pubblici lì depositati), ma il presidente della Camera Napolitano lo fece mettere alla porta. E tutti i partiti, tranne Msi e Lega, strillarono allo “schiaffo al Parlamento” e all’“attentato alle istituzioni”. Nel 1995, indagando su tangenti e infiltrazioni camorristiche nei cantieri Tav, il procuratore di Napoli Agostino Cordova infiltrò nell’ambiente un colonnello del Ros, che si spacciava per munifico funzionario Tav (l’“ingegner Varricchio”), trovando ampia udienza e festosa fra camorristi e politici di destra, centro e sinistra. Quando scattarono gli arresti, in Parlamento si diffuse la fake news che l’ufficiale aveva profanato il sacro suolo della Camera (falso: gli incontri avvenivano al bar Giolitti). I pidiessini Folena, Violante, Mussi e Soda stigmatizzarono “l’attività di agenti provocatori oltre ogni limite di tolleranza”. Rispose il comandante generale dell’Arma Luigi Federici: ”Macché agente provocatore, il nostro è un normale infiltrato: qui gli unici provocati siamo noi, provocati da un mondo criminale che non riusciamo a battere, costituito da faccendieri, sottoposti politici e camorristi”. C’è del marcio, in Belgio.




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La Sinistra della Crusca

l'editoriale di Marco Travaglio

16 dicembre 2022

Dopo le meritorie ma sfortunate ricerche dell’Agenda Draghi e l’intrepido attacco all’articolo “il” usato da Meloni, il Pd si accinge a un’altra battaglia campale: contro la toponomastica fascista, cioè contro le vie, le piazze e i vicoli dedicati a personaggi legati al Ventennio. L’altroieri alla Camera dem e rossoverdi, d’intesa coi 5Stelle, hanno presentato ben due progetti di legge in materia. Non è ben chiaro il raggio d’azione del repulisti, che potrebbe condannare alla damnatio memoriae Pirandello, Marconi, Ungaretti, D’Annunzio, Mascagni, Gentile, Malaparte, Longanesi, Maccari, Soffici, i futuristi al gran completo, Moravia, Bobbio, Scalfari e chi più ne ha più ne metta (Montanelli è già stato sistemato con la vernice rosa sulla statua a Milano). Ma, in linea di principio, chi potrebbe essere contrario, a parte i fascisti?
Colpisce però il tempismo: mentre nel Parlamento italiano i nostri eroi si scaldavano su questa terribile emergenza nazionale, in quello europeo pm e gendarmi entravano e uscivano arrestando politici e assistenti targati Pd e Articolo 1, sigillando uffici, sequestrando valigie di banconote, documenti, pc, tablet e telefonini. Un partito serio, o perlomeno furbo, anche se non ci crede, reagirebbe con qualche iniziativa che lasci traccia e dimostri agli elettori superstiti la volontà (magari finta) di cambiare registro. Invece la Sinistra della Crusca (come la chiama Padellaro) continua a occuparsi di nomi, come se oggi le piazze dedicate ad Almirante in qualche paesucolo sperduto fossero in cima ai pensieri della gente. Certo, l’antifascismo non deve morire mai. Ma andrebbe affiancato da qualche iniziativa un po’ più concreta e attuale, che incida sulla vita, i problemi e la percezione delle persone. Beccano un drappello dei tuoi sul libro paga del Qatar o nella veste insolita di vu cumprà dei marocchini? Si parla di altri 60 eurodeputati coinvolti? In attesa di capirne di più nei prossimi giorni, visto che non ci hai capito nulla finora, fai qualcosa. Presenta una legge contro il lobbismo selvaggio, che vieti agli eletti di prendere soldi in aggiunta al loro lauto stipendio pubblico, meno che mai da Stati esteri (anche se fatturati), e affidi un’anagrafe patrimoniale a un’autorità terza che controlli proprietà e conti bancari di chi è tenuto a più trasparenza e a meno privacy dei cittadini comuni. Insomma, fai qualcosa: non dico di sinistra, per carità, ma qualcosa. Invece Pd&C. sono inebetiti, a rimorchio degli eventi, in attesa della prossima retata. Un tempo, quando finivano nei guai, i partiti avevano la prontezza di dare una risposta agli elettori. Certo, era pura ipocrisia: quella cosa definita da La Rochefoucauld “la tassa che il vizio paga alla virtù”. Ma oggi si evade pure quella.




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17/12/2022

Il Gran Coniglio

(Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – La convocazione “urgente” della Commissione Nazionale di Garanzia del Pd, per iniziativa della buonanima di Letta, ha avuto almeno il pregio di far sapere in giro che il Pd ha una Commissione Nazionale di Garanzia di ben nove membri. Una volta si chiamavano “probiviri”, poi cambiarono nome, forse per l’oggettiva penuria di uomini probi. Noi li davamo per defunti, o almeno per dispersi, vedendo certe candidature indecenti e la presenza di imputati per reati gravi addirittura al vertice di correnti. Ma ora si scopron le tombe, si levano i morti e il fantozziano Gran Consiglio dei Nove Assenti, caricato a pallettoni da Occhio di Tigre, delibera una misura draconiana perfettamente adeguata alla gravità dell’euroscandalo: “sospendere cautelativamente Andrea Cozzolino dall’albo degli iscritti e degli elettori del Pd, nonché da tutti gli organismi del partito di cui dovesse eventualmente essere parte. E ciò fino alla chiusura delle indagini in corso da parte della Magistratura relative allo scandalo ‘Qatargate’”. Perché Cozzolino (che non risulta neppure indagato) e non altri “onorevoli” citati nelle indagini, non è dato sapere: se è stato sospeso per le sue posizioni politiche sui regimi del Qatar e del Marocco, dovrebbe essere uno dei tanti che le hanno prese. Ma il Gran Con(s)iglio non spiega il motivo della sospensione, in barba a un principio basilare del garantismo: a ogni sanzione deve seguire una motivazione, sennò vale tutto.

Ieri sul Fatto Cannavò ha ricostruito voto per voto tutte le marchette fatte al Qatar da quasi tutto l’eurogruppo Pd. Nessun reato: i voti e le opinioni degli eletti sono insindacabili, in Italia come in Europa. Ma chi si è schierato per anni con un feroce regime oscurantista e si professa di sinistra, bocciando regolarmente le proposte della vera sinistra (Left di Manon Aubry), non dovrebbe essere convocato dall’augusto consesso per spiegare la sua attrazione fatale per i tagliagole di Doha? Se lo facessero gratis o a pagamento, è materia dei giudici. Ma perché lo facessero è materia politica ed etica, dunque del partito. Il capogruppo Benifei prima se la prende con le “mele marce” Panzeri&C., tanto ora stanno in Articolo 1. Poi, quando beccano i dem, cambia musica: lui diceva di votare contro l’Emirato, ma quelli facevano l’opposto perché sono “una cricca di arroganti”. E perché non li ha segnalati al partito (magari alla Commissione Nazionale di Garanzia, ove mai ne conoscesse l’esistenza) ogni volta che votavano pro Qatar, ma ha aspettato che arrivassero i gendarmi belgi? E ora la montagna ha partorito il Cozzolino. Se questo è il principale partito di opposizione che dovrebbe combattere le norme salva-corrotti e salva-evasori del governo Meloni, stiamo freschi.




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Non disturbare i criminali

l'editoriale di Marco Travaglio

18 dicembre 2022

Mettiamoci nei panni di un delinquente a scopo di lucro: quali sono le sue paure? 1) Essere scoperto. 2) Essere arrestato. 3) Essere processato. 4) Essere condannato. 5) Scontare la pena in carcere. 6) Perdere la refurtiva. 7) Essere espulso dalla vita civile. Immaginiamo la sua reazione quando legge le parole di Nordio e la finanziaria Meloni: roba da stappare lo champagne e ubriacarsi. 1) Col taglio delle intercettazioni, il nostro uomo correrà meno rischi di essere scoperto. Se ha ricevuto favori indebiti da pubblici ufficiali, l’abolizione dell’abuso d’ufficio impedirà ai pm di verificare se in cambio ha versato mazzette. Mazzette ancor più difficili da scoprire con la depenalizzazione dell’altro reato-spia: l’evasione fiscale con omessa o infedele dichiarazione dei redditi. 2) Col taglio della custodia cautelare in carcere, il nostro uomo correrà meno rischi di essere arrestato. 3) Così, oltre a continuare a delinquere e/o darsi alla fuga, potrà far sparire le prove, eliminare o intimidire o corrompere i testimoni e far sparire le prove: cioè aumentare la probabilità di essere prosciolto in udienza preliminare, evitando il processo. 4) Il governo vuole smantellare la Spazzacorrotti di Bonafede che blocca la prescrizione dall’appello e mantenere la Cartabia che stecchisce i processi con l’improcedibilità se durano più di due anni in appello e di uno in Cassazione: quindi, casomai qualche prova sopravviva e si arrivi al processo e alla condanna, prima di quella definitiva crescono le probabilità di prescrizione o di improcedibilità. 5) Le destre hanno escluso i reati contro la Pa dall’elenco di quelli ostativi ai benefici penitenziari: quindi, salvo che sia un contrabbandiere o un mafioso o un narco, il nostro uomo è certo che, anche nella remota ipotesi di una condanna definitiva (in media sotto i 4-5 anni), non farà un giorno in carcere: le pene sotto i 4 anni si scontano ai domiciliari e ai servizi sociali e, se eccedono un po’, si scomputa il periodo cautelare ai domiciliari. Niente galera, neppure in cartolina. 6) Con l’improcedibilità, e spesso con la prescrizione, la refurtiva è al sicuro. Quanto all’evasione fiscale, col condono sull’omessa o infedele dichiarazione, chi viene scoperto versa la somma evasa quell’anno e si tiene tutte quelle evase negli anni precedenti. Ma la probabilità che lo Stato lo scopra è dell’1% e quella che riesca a riscuotere il maltolto è il 5% dell’1%. 7) Nordio vuole abolire la Severino, quindi il nostro uomo, anche se condannato, può candidarsi in Parlamento. Perché un cittadino onesto non dovrebbe darsi al crimine? Avrei voluto domandarlo l’altroieri a Nordio alla festa di FdI, dov’ero stato invitato a discuterne con lui. Ma il ministro, cioè il padrone di casa, non si è presentato al dibattito. Chissà come mai.




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MA MI FACCIA IL PIACERE

l'editoriale di Marco Travaglio

19 dicembre 2022

Presa di coscienza. “Mi sono sentito una m**da” (Alessandro Sallusti, direttore di Libero, 8.12). In effetti era un po’ che ti volevamo avvisare.

L’impegno. “Porte girevoli: esce Travaglio, entra Nordio. Sfuma il faccia a faccia alla festa per il decennale di FdI… Il ministro si presenta solo alla fine, con più di un’ora di ritardo. Per i più maliziosi un ritardo programmato. Per Giovanni Donzelli, organizzatore dell’evento, un ritardo causato da ‘impegni istituzionali’” (Giornale, 17.12). Quei tipici impegni che si fanno nelle mutande.

Senso vietato. “Conte attacca l’assessore dem D’Amato: ‘Sei stato condannato, ridai 300mila euro alla Regione’. Lui: “Garantista a senso unico’” (Repubblica, 18.12). Ok, in attesa di decidere il senso del garantismo, i 300mila euro li cacci o no?

Punt e Mes. “La Meloni venga in aula a spiegare perché una persona deve aspettare 23 mesi per sapere se ha un tumore solo per folli di questioni di principio sul Mes. L’ora delle cavolate è finita” (Carlo Calenda, leader Azione, 16.12). Tipo quella che il Mes cancella le liste di attesa e, a ben vedere, è pure una cura anticancro.

Casa Mes. “Strategia incomprensibile (sul Mes, ndr): l’Italia si isola in Europa” (Lorenzo Bini Smaghi, marito di Veronica De Romanis, Stampa, 17.12). “Dal Recovery al Mes, Meloni ascolti la Ue” (Veronica De Romanis, moglie di Lorenzo Bini Smaghi, Stampa, 17.12). Ma non si parlano, in famiglia?
Telefono Giallo/1. “Napoli, la commissione Antimafia: ‘Caso Pantani, la pista della camorra, occorre investigare’” (Repubblica, 13.12). “Delitto Pasolini, la commissione Antimafia: ‘Coinvolta la banda della Magliana’” (Corriere della sera, 16.12). E se la banda della Magliana avesse ucciso Pantani e la camorra Pasolini? E se invece Pantani e la camorra avessero ucciso Pasolini e la banda della Magliana? (Continua).




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INTERCETTO LA QUALUNQUE

l'editoriale di Marco Travaglio.

20 dicembre 2022

In quella discarica che è ormai la Finanziaria,il governo ha infilato in extremis una riforma delle intercettazioni dei Servizi segreti, dirottandone il bilancio dalla Giustizia al Mef. Così può tagliare i fondi a quelle dei giudici e aumentarli a quelle degli 007. Nordio l’aveva promesso: più “intercettazioni preventive, curate dalla polizia con l’avallo del magistrato, segretissime e solo spunto d’indagine”. Luigi Ferrarella ha già spiegato sul Corriere il danno per la privacy e le garanzie di noi cittadini: “Mentre le intercettazioni giudiziarie sono chieste da un pm su precisi parametri di legge, autorizzate dal controllo di un giudice e infine depositate tutte all’imputato per consentirgli di difendersi, le ‘preventive’ caldeggiate da Nordio (che non valgono nei processi, non sono menzionabili in atti, vengono distrutte, e restano dunque patrimonio conoscitivo della catena gerarchica della cerchia di “iniziati” a un formidabile serbatoio di potenziali ricatti) hanno due grosse differenze”. La prima è che le forze di polizia possono chiederle e ottenerle (dal Procuratore del distretto) un po’ per tutto: “quando siano necessarie per l’acquisizione di notizie” sulla “prevenzione” di certi delitti: come fa il pm, in tanta vaghezza, a dire no? La seconda è che le forze di polizia dipendono dal governo: a scegliere chi intercettare sono il premier di turno (Servizi), i ministri dell’Interno (Polizia), della Difesa (Carabinieri) e del Tesoro (Finanza).

Ora quelle preventive sono poche centinaia all’anno. Ma il “liberale” Nordio vuole addirittura sostituirle a quelle giudiziarie. E il governo ci aggiunge pure quelle dei Servizi, impossibili da controllare. La spia va dal Pg di Roma con un foglietto firmato da Palazzo Chigi e gli chiede il permesso di intercettare un certo telefono, senza dire di chi è e per che tipo di sospetto: basta che sia in gioco “la difesa della sicurezza interna e delle istituzioni da ogni minaccia, attività eversiva, aggressione criminale o terroristica”. Quindi vale tutto. E che ne sa il Pg di Roma se il bersaglio è già intercettato da qualche pm, col rischio di rovinare l’indagine? Servirebbero limiti più stringenti e dovrebbe decidere non il Pg di Roma, ma il Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, che coordina le indagini distrettuali in materia. Invece il governo fa l’esatto opposto: meno intercettazioni giudiziarie (le più garantite e controllate) e più intercettazioni preventive (quelle che non vengono mai depositate e possono restare in mano a chi le decide e le fa, cioè al governo e ai suoi spioni, raccolte in dossier per ricattare gli avversari). E alla svelta, senza neppure discuterne: infatti usa il Tav della Finanziaria, da votare a scatola chiusa e a tappe forzate fra Natale e Capodanno. Mattarella non ha proprio nulla da eccepire?

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21/12/2022

Lingue sincronizzate

(Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – Dopo un mese trascorso a discutere in tv con gli scudi umani che, in mirabile sincronismo col governo Meloni, schiumavano di rabbia contro il Pos e il pagamento elettronico e si arrapavano come ricci alla parola “contanti”, siamo solidali con loro e con le loro lingue per la prematura dipartita della norma anti- Pos dalla manovra finanziaria, che li costringe a fischiettare, a dire che in fondo non era poi così importante e che, a ripensarci, il pagamento elettronico ha un suo perché. Uno normale andrebbe a nascondersi per la vergogna. Ma questi sono allenati da 30 anni di berlusconismo, che ha esposto le loro facce e le loro lingue a contorsioni ben più temerarie. Il 27 marzo 2006 B. si avventurò sulla storia del comunismo cinese. Testuale: “Nella Cina di Mao i comunisti non mangiavano i bambini, ma li bollivano per concimare i campi”. L’ambasciatore cinese protestò. Ma B. insistette: “È storia! Mica li ho bolliti io i ragazzini. Se poi non si può neanche esprimere una certezza…”.

I suoi servi furbi, anziché sorvolare per carità di patria, si scapicollarono a dargli ragione. Chi nel merito, come Lucio Malan, attuale capo dei senatori FdI: “Per quanto il governo cinese possa sostenere il contrario, le affermazioni di Berlusconi si riferiscono a fatti dimostrati storicamente, certificati da documenti ufficiali cinesi mai smentiti”. Chi più in generale, come l’attuale presidente del Senato ‘Gnazio La Russa: “Non so nulla dei bambini bolliti, ma la Cina ha poco da arrabbiarsi finché non rispetterà i diritti umani”. Renato Farina, su Libero, lanciò la lingua oltre l’ostacolo: “Ecco le prove: mangiavano i bimbi. Un libro conferma la verità di Berlusconi. E la sinistra, negando, uccide un’altra volta… Berlusconi ha assolutamente ragione”. Filippo Facci, altro noto sinologo, tagliò corto sul Giornale: “Li mangiano ancora… In Corea del Nord ultimamente si sono perpetuati cannibalismi e assassini a scopo alimentare per carestie, inondazioni e disperazione” (il fatto che la Corea non sia la Cina e che B. parlasse di bambini bolliti per concimare i campi, non mangiati, era solo un dettaglio). Purtroppo, mentre Libero e Giornale andavano in stampa, B. tornò sull’argomento, per ritrattare tutto prima che Pechino ci dichiarasse guerra: “Beh, sì, sulla Cina ho fatto un’ironia discutibile, non mi sono trattenuto…”. E pazienza se i suoi scudi umani avevano sudato le sette camicie ravanando su Google a caccia di uno straccio di patacca che corroborasse la sua solennissima minchiata. Lui la servitù l’ha sempre trattata così. Ora, al posto del padrone, c’è una padrona. Ma i servi sono sempre gli stessi. E non rischiano più di perdere la faccia: casomai ne avessero una, l’hanno persa da un pezzo.




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22/12/2022

Chiusa parentesi

(Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – Il governo Meloni, come già il governo Draghi, non ha un programma. Nessuno s’è premurato di metterlo nero su bianco, come invece fecero i giallo-verdi prima del Conte-1 e i giallo-rosa prima del Conte-2. Il risultato è questa Finanziaria senza capo né coda, una grande cloaca dove entrano ed escono le peggiori porcate senza uno straccio di idea o di progetto che non sia la marchetta per questa o quella categoria criminale. Ma, a ben vedere, c’è una logica anche in questo caos: la decinquestellizzazione dell’Italia. Chi dal 2018 racconta che i 5Stelle non hanno combinato nulla si sta accorgendo di quante cose hanno fatto, proprio ora che vengono smantellate pezzo per pezzo. Aveva iniziato Draghi demolendo il dl Dignità: Meloni&C. completano l’opera coi voucher, cioè col ritorno del precariato-schiavismo, e con l’obbligo per i percettori di Rdc di accettare offerte anche non “congrue”. Il cerchio si chiude: se ti offrono un lavoretto pagato da fame e a distanze siderali da casa tua, roba che fra gli spostamenti e l’alloggio ci rimetti anziché guadagnarci, o lo prendi e perdi tutto o non lo prendi e perdi tutto lo stesso.

Il Conte-2 aveva introdotto il cashback per rendere convenienti scontrini, parcelle e fatture, cioè l’emersione del sommerso; poi aveva abbassato le soglie di impunità e alzato le pene per evasione e frode, garantendo il carcere a chi non paga le tasse. Draghi smantellò il cashback e ci aggiunse pure il condono sulle cartelle non pagate: Meloni&C. finiscono il lavoro col condono per le cartelle rimaste, il cash libero e lo scudo penale per gli evasori totali (sparito dalla manovra, ma pronto a rientrare dalla finestra del prossimo vagone normativo). Il Superbonus 110% ha fatto emergere il nero anche nell’edilizia e, in più, ha reso ecocompatibili le case, creato 900 mila posti di lavoro puliti, ridotto le emissioni di CO2, tagliato consumi e bollette: Draghi&Meloni l’hanno devastato. La Spazzacorrotti garantiva il trojan e la galera anche per i ladri di Stato e bloccava la prescrizione alla prima sentenza: la Spazzaprocessi Cartabia condanna a morte i giudizi d’appello e di Cassazione con la mannaia dell’improcedibilità; ora le Spazzaonesti di Nordio &C. cancellano il carcere e il trojan per i ladri di Stato, riducono le intercettazioni e presto tornerà pure la prescrizione. I governi Conte combattevano le energie fossili e puntavano sulle rinnovabili, senza più trivelle, inceneritori, nucleare e altre porcherie: Draghi&Meloni sono passati dal green al marron. Se è vero che le cose buone si apprezzano quando vengono a mancare, prima o poi si capirà quanto fosse cambiata in meglio l’Italia nella parentesi 2018-2021. E quanto fossero ingenui Conte e i 5Stelle a non pensare che l’avrebbero pagata cara.




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23/12/2022

Autopsie alla Nordio

(Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – La serie “Le tragicomiche avventure del dottor Nordio” prosegue al ritmo di un episodio al giorno. Ieri, nel quotidiano monologo su La7, il garrulo Guardagingilli ha rivelato che le intercettazioni sono inutili perché “i mafiosi non parlano al telefono”: gliel’han detto loro in una telefonata. Il fatto che, per chi parla solo dal vivo, esistano le intercettazioni ambientali (cimici o trojan), lui non è tenuto a saperlo: è solo un ex pm che fa il ministro della Giustizia. Però ha sentito dire che “il trojan è un’arma incivile e va tolta”, casomai qualche mafioso non parlasse al telefono. Aggiunge che le intercettazioni hanno fatto una strage: e giù una lista di cadaveri eccellenti, tutti morti per cause naturali, ma collegati alle intercettazioni dalle speciali autopsie di Nordio. Il primo è l’ex procuratore di Roma Michele Coiro, mai intercettato né indagato. Nel 1996, appena il capo dei gip Squillante – a libro paga di Previti&C. – scoprì una cimice al bar Tombini, a colazione con la signora Iannini in Vespa, altri due giudici e un avvocato F*******t, tempestò Coiro di telefonate perché scoprisse chi lo indagava, e lui si informò. Siccome Squillante era intercettato, fu ascoltato pure Coiro. Che fu subito promosso dall’Ulivo capo del Dap e morì nel ’97 per ictus, non per intercettazioni. Il secondo è l’ex pm Ciccio Misiani, mai intercettato: lo era sempre Squillante. Misiani lo incontrò al bar Mandara e fu ascoltato pure lui mentre l’altro gli parlava dei suoi conti esteri e del suo timore di accuse di mafia, e lui gli rivelava che l’accusa era “solo” corruzione. Indagato per favoreggiamento e poi assolto, morì 13 anni dopo di una grave malattia, non di intercettazioni.

Il terzo è Loris D’Ambrosio, consigliere di Napolitano, mai intercettato né indagato: i pm dell’inchiesta sulla Trattativa intercettavano Mancino, indagato per falsa testimonianza. Mancino chiamava Napolitano e D’Ambrosio per interferire nell’inchiesta: e quelli purtroppo rispondevano, così furono ascoltati anche loro. D’Ambrosio, cardiopatico, morì d’infarto, non di intercettazioni. La quarta è l’ex ministra Federica Guidi, fortunatamente viva e vegeta, mai intercettata né indagata: i pm di Potenza, indagando sulle tangenti petrolifere di Tempa Rossa, intercettavano il fidanzato lobbista dei petrolieri: lui spingeva un emendamento alla Finanziaria in loro favore coinvolgendo la compagna ministra; lei lo rimproverava di “usarla” come “sguattera del Guatemala”. Fatti e parole che la indussero alle dimissioni dal governo Renzi. Perché le intercettazioni hanno questo di brutto: registrano esattamente quello che uno fa e dice. E, se commette reati o altre indecenze, si viene a sapere. Nordio però non c’è bisogno di intercettarlo: basta microfonarlo.




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24/12/2022
Buon Carnevale

(Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – Gufi, rosiconi e disfattisti si rassegnino: le prime mosse del governo Meloni sono di una chiarezza e di una coerenza cristalline. Ricapitoliamo. L’“offerta congrua” per le tangenti è cancellata, quindi si possono accettare anche quelle incongrue, inferiori a 5 mila euro, purché in contanti. L’obbligo di “congruità” rimane invece per l’evasione fiscale, che per ricadere nello scudo penale non dovrà essere inferiore ai 350 milioni di dollari, se no B. si monta la testa. È abolito l’abuso d’ufficio, onde evitare che gli “occupabili” senza più reddito di cittadinanza a luglio occupino abusivamente qualche ufficio per non dormire sotto i ponti. Che, fra l’altro, potranno crollare liberamente grazie all’abolizione del Codice degli appalti, per “non disturbare chi vuol fare” precipitare i ponti. Sono altresì abrogati il Pos, il Mes, lo Spid, ma anche il Var, per arginare il giustizialismo degli arbitri che si ostinano ad annullare i gol non validi. Il ministro Nordio separa le carriere dei pm e dei giudici e riunifica quelle dei politici e dei ladri. Poi rende facoltativa l’azione penale e obbligatoria l’azione venale.

Il Superbonus edilizio passa dal 110% al 5% di tangente sull’importo dei lavori. Il divieto di cellulare è esteso dalle scuole alle carceri, così i mafiosi, non potendo più essere trasportati dalla Polizia penitenziaria, potranno finalmente muoversi con mezzi propri. Il bonus diciottenni andrà a tutti i diciottenni di età compresa fra i 19 e i 99 anni, purché sprovvisti di Pos, Spid e Rdc. Le intercettazioni e i trojan saranno vietati anche per i boss, che tanto non parlano al telefono per paura delle intercettazioni e dei trojan. Però si potranno intercettare i cinghiali per sparargli e mangiarli. B. promette pullman di trojan ai cacciatori interessati, mentre Nordio è più cauto perché le troie violano la privacy dei clienti e hanno già rovinato molte vite. Ai cittadini “sparabili”, cioè quelli sovrappeso scambiati per cinghiali e colpiti da cacciatori miopi, il signor presidente del Consiglio Giorgia Meloni fa la promessa “scritta col sangue” (il loro) che non prenderà mai il Mes. Per ridurre il rischio di incidenti di caccia nei centri città affollati dallo shopping, Nordio cancella il traffico di influenze: così gli automobilisti influenzati restano a casa. Gli occupabili non abitabili e non scaldabili sprovvisti di reddito di cittadinanza e costretti a vivere all’addiaccio in attesa della grande riforma del mercato del lavoro (“lavoro” parlando con pardòn) potranno comunque rifugiarsi sulle navi delle Ong sequestrate nei porti siciliani, dove appositi camerieri laureati con 110 e lode e incatenati serviranno loro pasti caldi a base di cinghiale. Ultim’ora: un emendamento di maggioranza approvato in extremis ribattezza il Natale “Carnevale”.




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27/12/2022

Giù le mani

((Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano) – Appena salta fuori qualche politico corrotto, salta su qualche partito con l’ideona di ripristinare il finanziamento pubblico. Infatti ora, in pieno scandalo Ue-Qatar, il Pd vuole raddoppiare i finanziamenti indiretti, assegnando ai partiti anche il 2 per mille delle tasse dei cittadini che non vogliono. E Articolo 1 vuole tornare ai finanziamenti diretti pre-2013. Lo slogan implicito è: “Così non rubiamo più”. Ma, a parte il fatto che rubare è proibito dal VII comandamento e dai codici penali di tutto il mondo dalla notte dei tempi, le euromazzette non finivano ai partiti. Bensì nelle tasche di singoli eurodeputati e portaborse. E soprattutto non c’è alcuna prova dell’equazione “più fondi pubblici, meno mazzette”. Anzi, c’è la prova del contrario: il finanziamento pubblico fu varato nel 1974 con lo scandalo petroli, quando i pretori genovesi Almerighi, Brusco e Sansa scoprirono che i partiti erano sul libro paga dell’Unione petrolifera, che ogni anno girava loro una percentuale sugli sconti fiscali votati in Parlamento. Da allora i miliardi statali non impedirono ai partiti di continuare a foraggiarsi illegalmente con tangenti da imprenditori in cambio di appalti pilotati e altre marchette; fondi neri di aziende di Stato gestite da loro manutengoli; dollari americani (alla Dc&alleati) e rubli sovietici (al Pci). Nel 1992, quando scoppiò Tangentopoli, i partiti ricevevano fondi pubblici legali (dal finanziamento statale) e illegali (da Iri, Eni, Enel, municipalizzate ecc); fondi privati legali (quelli registrati nei bilanci delle imprese e nel registro dei partiti in Parlamento) e illegali (tangenti e finanziamenti occulti). Perciò, al referendum del ’93, gli italiani votarono in massa per abolire il finanziamento pubblico.

Questo però, appena uscito dalla porta, rientrò dalla finestra travestito da “rimborsi elettorali”. Che, calcolati a forfait e senza ricevute, coprivano 4-5 volte le spese per le elezioni. E aumentavano di anno in anno con voti bipartisan, fino a diventare una tassa-monstre di 10 euro l’anno per ogni elettore (contro 1,1 del ’93). Nel 2009 la Corte dei conti rivelò che in 15 anni i partiti avevano prelevato 2,2 miliardi di euro dalle casse dello Stato. Nel 2013, per frenare l’avanzata dei 5Stelle, il governo Letta passò al finanziamento pubblico indiretto e volontario: chi vuol aiutare un partito gli devolve il 2xmille delle tasse. Soluzione ragionevole, che obbliga i partiti a curare il rapporto con gli elettori per meritarsi il loro sostegno: chi non ha elettori o se ne guadagna il disprezzo, peggio per lui. Tornare al vecchio magnamagna, oltreché vergognoso, sarebbe suicida. Lo slogan “Così non rubiamo più” verrebbe subito tradotto: “Siccome i nostri rubano, noi derubiamo gli italiani”.




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LA VERA DELINQUENTE

l'editoriale di Marco Travaglio

28 dicembre 2022

Notizie sparse, ma emblematiche di quest’orrendo 2022 fortunatamente agli sgoccioli. Madame, cantautrice sopraffina di 20 anni, forse non si è vaccinata ed è indagata con l’accusa di aver usato un falso Green Pass da un medico compiacente. Ergo c’è chi vorrebbe escluderla non da un simposio di virologia e infettivologia, ma dal concerto di Capodanno a Roma e dal festival di Sanremo (anche se per ora Amadeus resiste). Luciano Moggi, il burattinaio di Calciopoli radiato dalla Federcalcio, condannato in primo e secondo grado per frode sportiva e poi salvato dalla galera dalla solita prescrizione in Cassazione, pontifica all’assemblea della Juventus che insedia il nuovo Cda perché quello vecchio rischiava di finire in carcere. Berlusconi viene intervistato da Repubblica che, al posto delle “Dieci domande” di Giuseppe D’Avanzo, gliene fa 16 genuflesse. Leggendaria la numero 7: “Vi è stata intestata la battaglia per lo scudo fiscale, poi accantonato. Rivendica quella misura?”. E quando lui risponde che occorre “sanare il passato nelle more di una grande riforma del fisco”, nonché “la riforma della giustizia di Nordio, basata su una solida cultura garantista che è anche la nostra”, all’intervistatore non viene in mente di rammentargli, a proposito del passato da sanare e della solida cultura garantista, la sua condanna definitiva per una frode fiscale da 368 milioni di dollari (poi ridotti dalla prescrizione a 7,3 milioni di euro): il doppio di tutte le frodi fin qui scoperte sul reddito di cittadinanza.

Domanda, da vaccinati e vaccinisti convinti, ma contrari ai vaccini forzati a pena di multe, discriminazioni e nuovi reati: ma com’è possibile che, in un Paese democratico come l’Italia, chi non si fa due o tre punture senza fare nulla di male a nessuno (i contagi da Covid vengono sia dai Vax sia dai No Vax) passi per un delinquente, mentre criminali conclamati scorrazzano indisturbati nelle istituzioni, nella vita pubblica e sui media, magari discettando di riforme del fisco e della giustizia? Un lettore ci ha inviato alcune foto segnaletiche, tipo Far West, esposte negli aeroporti tedeschi per catturare i ricercati per evasione fiscale accanto a quelle dei terroristi e degli omicidi. Del resto, dai dati sulle carceri europee del 2020, risulta che in Italia i colletti bianchi detenuti sono lo 0,9% del totale, contro il 16,8% della Slovenia, il 10,1 della Lettonia, il 9,8 della Germania, il 7,1 della Francia. E saranno ancor meno in futuro, visto che la sola Finanziaria del governo Meloni contiene ben 14 fra condoni e sanatorie fiscali. Quindi è deciso: a Sanremo, al posto della “No Vax” Madame, ci mandiamo B., Moggi e i loro simili, che saranno senz’altro plurivaccinati. Così magari cantano.

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