Forum di Monte Argentario punto it - L'editoriale di Travaglio
    Forum di Monte Argentario punto it

Forum di Monte Argentario punto it
Nome Utente:

Password:
 


Registrati
Salva Password
Password Dimenticata?

 

    


Menù riservato agli utenti registrati - Registrati  




 Tutti i Forum
 Politica
 Politica Nazionale
 L'editoriale di Travaglio
I seguenti utenti stanno leggendo questo Forum Qui c'è:


      Bookmark this Topic  
| Altri..
Pagina Precedente | Pagina Successiva
Autore  Discussione Discussione Successiva
Pagina: di 51

Dino

Amministratore




Utente Valutato
Voti: 9



Inserito il - 14/09/2024 : 06:03:02  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Dino  Invia a Dino un messaggio Yahoo! Invia a Dino un Messaggio Privato Aggiungi Dino alla lista amici  Rispondi Quotando
Editoriale di Marco Travaglio - 14 settembre 2024

Il DRAGHETTO DOVE LO METTO

Ma non mi dire: l’11 settembre, data particolarmente consona alle disgrazie, Mario Draghi (sempre sia lodato) ha incontrato Marina Berlusconi e Gianni Letta. Due giorni prima aveva presentato la nuova Agenda in pelle umana, subito cestinata dalla von Sturmtruppen e dal governo tedesco tranne che per la parte peggiore: quella della terza guerra mondiale. Che ci faceva l’ex direttore generale del Tesoro, vice-chairman di Goldman Sachs, governatore di Bankitalia e della Bce, premier e aspirante trombato al Quirinale con la figlia e il lobbista dell’amico B.? Un portavoce della rampolla parla di “incontro di cortesia già pianificato da tempo, oltre che un’occasione di conoscenza reciproca… nella prassi consolidata di incontri a vari livelli che la Presidente svolge in qualità di imprenditore”, cioè di presidente F*******t e Mondadori. Avranno certamente parlato del futuro dell’editoria libraria e televisiva, o magari della pubblicazione del suo agile e avvincente Il futuro della competitività europea, 394 pagine che si leggono come un romanzo (horror). Non certo di politica: i figli di B. sono notoriamente disinteressati all’articolo, anche se tutti pensano che facciano capoluogo, sennò ci sarebbe un conflitto d’interessi; e Draghi è proverbialmente alieno da mire e pensieri sì prosaici. Capita però, di tanto in tanto, che per puro caso venga colto col sorcio in bocca.

Il 20 settembre 2013, poco prima dell’espulsione del neopregiudicato B. dal Senato che stava minando il governo Letta, Draghi fu visto uscire a tarda sera dalla casa di Eugenio Scalfari, in piazza della Minerva, insieme al capo dello Stato Giorgio Napolitano e al premier Enrico Letta (dove c’è Draghi, c’è sempre un Letta). Due giorni dopo Scalfari pubblicò su Rep un editoriale (“Napolitano-Letta-Draghi: lo scudo Italia-Europa”), molto ispirato sul pensiero dei suoi commensali, “i nostri tre punti di forza”. Ma non bastò: quattro mesi dopo Renzi pugnalò Letta con un sereno tweet. Nel dicembre 2020 Renzi voleva accoltellare pure Conte in piena pandemia, scrittura del Pnrr e vigilia della campagna vaccinale. Draghi chiamò Massimo D’Alema, non proprio un amico, che non vedeva da anni, e lo invitò nella sua casa ai Parioli. D’Alema andò e si sentì chiedere se non fosse ora di pensare a un’alternativa (indovinate chi) a Conte, che aveva appena portato i 209 miliardi di Pnrr. D’Alema rispose di no, parlando bene di Conte e malissimo di un governo di larghe intese con pezzi di destra. Draghi fece sapere che con Max aveva parlato di Cina. Un mese dopo Renzi rovesciò Conte e arrivò Draghi. Che, appena vede qualcuno, cade il governo. La Meloni non ha bisogno di consigli: ma una grattatina non ha mai fatto male a nessuno.

Il Fatto Quotidiano
Copyright © 2009 - 2024 SEIF S.p.A. - C.F. e P.IVA 10460121006




 Regione Toscana  ~ Prov.: Grosseto  ~ Città: Porto S. Stefano  ~  Messaggi: 61366  ~  Membro dal: 29/06/2004  ~  Ultima visita: Ieri Torna all'inizio della Pagina

Dino

Amministratore




Utente Valutato
Voti: 9



Inserito il - 15/09/2024 : 01:17:18  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Dino  Invia a Dino un messaggio Yahoo! Invia a Dino un Messaggio Privato Aggiungi Dino alla lista amici  Rispondi Quotando
INNOCENTE A SUA INSAPUTA

l'editoriale di Marco Travaglio

15 settembre 2024

Quando in Italia vigeva il Codice penale, chi voleva dimostrare la sua innocenza puntava all’assoluzione. Ora invece patteggia, poi si fa intervistare da giornalisti compiacenti (quasi tutti, se è un politico non 5Stelle), dice che concordare una “pena detentiva” significa essere innocenti e quelli ci credono. Ci è appena riuscito Giovanni Toti, agevolato dal fatto che per quattro mesi stuoli di scudi umani hanno spacciato lui per un martire e le sue tangenti per atti dovuti in quanto regolarmente fatturate. Come se uno che assolda un killer per ammazzare qualcuno, al posto dell’alibi, estraesse la ricevuta. Il giorno dell’arresto, Sallusti giurò sull’“onestà di Toti”, certo che “il tempo sarà galantuomo”; poi il suo Giornale denunciò la “giustizia medievale”, i “giudici ricattatori” che “sovvertono il voto” e chiese che “la politica possa spiare la magistratura”. Ora, poveretto, titola: “Toti esce dal processo” (nel senso che la pena se la dà lui da solo) e commenta: “Lo ammette anche la Procura: Toti non ha mai intascato personalmente un solo euro” (no: la Procura dice l’opposto, e ora pure Toti), a parte un “modesto patteggiamento sull’ipotesi di ‘corruzione impropria’, specie di reato che riguarda atti legittimi nella forma ma per l’accusa dubbi nella sostanza” (nessuna specie di reato: è quando il pubblico ufficiale si vende gli atti del suo ufficio in cambio di tangenti). Insomma “Toti e la Procura fanno pari e patta” (no: ammesso che sia un derby, Procura batte Toti 25 mesi a zero).

Libero tuonava al “trappolone” e alla “democrazia sospesa” da una gip la cui madre – non a caso – un tempo stava nella Margherita e da un’opposizione “Forca e martello” (magari). Capezzone lanciava strazianti appelli: “Caro Giovanni, se puoi resisti”; ora che il fellone non ha resistito, Capezzone lacrima come una vite tagliata: “Che dolore, vince il processo mediatico”, “politica ancora sconfitta dalla forca dei giustizialisti”. E pazienza, è andata così. Sansonetti, sulla fu Unità, paragonava Toti a Moro e i giudici liguri alle Br: “Un gruppetto di magistrati ha sequestrato una persona e chiede come riscatto per liberarlo le sue dimissioni”. Ora rosica amaro: “Toti si arrende ai pm, la Procura stravince, batosta per lo Stato di diritto”. L’hanno rimasto solo, ’sti quattro cornuti. Anche il Foglio del rag. Cerasa strillava al “sequestro di Toti” nella prigione del popolo (casa sua), al “golpe giudiziario”, all’“allarme democratico”, al “ricatto”, alla “vergogna” e incitava l’ostaggio a “resistere resistere resistere”. Ora, tutto mogio, scrive che Toti cade nella “trappola dei reati evanescenti” e “si accorda coi pm per chiudere un processo da incubo”, tipico della “giustizia pazza”: quella in cui gli innocenti non sanno di esserlo e si condannano da soli.

Foto dal web

Il Fatto Quotidiano
Copyright © 2009 - 2024 SEIF S.p.A. - C.F. e P.IVA 10460121006




 Regione Toscana  ~ Prov.: Grosseto  ~ Città: Porto S. Stefano  ~  Messaggi: 61366  ~  Membro dal: 29/06/2004  ~  Ultima visita: Ieri Torna all'inizio della Pagina

Dino

Amministratore




Utente Valutato
Voti: 9



Inserito il - 16/09/2024 : 03:35:14  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Dino  Invia a Dino un messaggio Yahoo! Invia a Dino un Messaggio Privato Aggiungi Dino alla lista amici  Rispondi Quotando
MA MI FACCIA IL PIACERE

l'editoriale di Marco Travaglio

16 settembre 2024

Giornalismo fantasy. “Boccia a Rete4 attacca ancora. Ieri sera l’imprenditrice si è seduta nel salotto di Cartabianca. Una partecipazione che ha fatto sobbalzare Palazzo Chigi” (Domani, 11.9). E noi che pensavamo che non ci fosse andata e che un palazzo non potesse sobbalzare.

Formitoti. “Formigoni: ‘Torno in campo? È possibile. Il caso Toti è uguale al mio’” (Verità, 2.9). Infatti sono entrambi colpevoli.

Reo con fesso/1. “Il patteggiamento di Toti? Non ne ero a conoscenza” (Marco Bucci, sindaco di Genova, Repubblica, 14.9). “Marco Bucci lo sapeva: gliel’ho annunciato poche ore prima di firmare” (Giovanni Toti, Corriere della Sera, 14.9). Uno patteggia, l’altro punta direttamente all’incapacità di intendere e volere.

Reo con fesso/2. “Molti cittadini me lo hanno chiesto (di candidarsi a presidente della Regione Liguria, ndr), e lo hanno fatto anche i partiti. Mi sarebbe piaciuto, ma ho subito risposto di no per due ragioni: ho preso un impegno con i genovesi fino al 2027 e sarebbe un tradimento non rispettarlo; e poi non godo di ottima salute e non potrei garantire il mio impegno assoluto per i prossimi cinque anni. Candidarsi pertanto avrebbe significato prendere in giro gli elettori” (Marco Bucci, Libero, 31.8). “Ho deciso di candidarmi alla presidenza della Regione Liguria” (Bucci, 11.9). Cioè di tradire i genovesi e prendere in giro gli elettori.

Genny Zinga. “Oggi le reazioni della destra alle opinioni della chiesa ricordano un po’ i tempi di Enrico VIII: il desiderio di una chiesa al servizio del potere, e la stizza se non la ottiene. Ma era il 1600 appunto” (Nicola Zingaretti, eurodeputato Pd, Domani, 30.8). Enrico VIII è nato nel 1491 e morto nel 1547, appunto. Sangiuliano, è lei?

CoeRenzi. “Se si candida il mio amico Andrea Orlando, rischia di far vincere Toti dai domiciliari” (Matteo Renzi, Iv, 1.6). “Siamo pronti a sostenere la candidatura di Andrea Orlando” Renzi, 2.9). Un uomo tutto d’un prezzo.

Roba forte. “Fuga da Italia Viva, addio di Marattin? Libdem e Nos per un soggetto unitario” (Aldo Torchiaro, Riformista, 5.9). Gnamm.

Pessime usanze. “Calenda: ‘Io non ci sto, qui si rischia una sinistra come in Francia’” (Corriere della sera, 11.9). Una sinistra che vince le elezioni: lui non ci è abituato.

Chi ha stato. “Dalla telefonata ‘russa’ al dossier Pompei. Dietro il caso Boccia spunta la ‘manina’ grillina” (Tempo, 7.9). “Boccia è arrivata a Chigi quando c’era Conte”, “Se Boccia è figlia dell”uno vale uno’” (Tempo, 14.9). È ufficiale: hanno stato i 5Stelle.

Sapessi com’è strano. “Lo ‘strano’ caso del Pd che perde consensi” (Corriere della sera, 15.9). Già, chi l’avrebbe mai detto.

Sapessi com’è chiara. “D’altra parte, la linea di Schlein è chiara” (Giovanna Vitale, Repubblica, 15.9). Ma infatti.

Dieta punti. “Schlein: cinque punti per tornare al governo” (Corriere della sera, 9.9). Di sutura.

La tenuta. “Nonostante tutto, l’Ucraina sta tenendo” (Vittorio Emanuele Parsi, Repubblica, 8.9). Ma infatti.

La censura buona. “La censura russa non può fermare il nostro lavoro” (Corriere della sera, 14.9). Noi preferiamo quella ucraina.

Ritorno alle origini. “Vaffa di Grillo a Conte: ‘Uccide il M5S’” (Riformista, 6.9). Ma infatti, io lo affiderei a due veri “grillini” della prima ora come Draghi e Cingolani.

Magno-Magno. “Ognuno ha i generali che si merita. Travaglio ha Mini e io Jean” (Michele Magno, Riformista, 7.9). Bel colpo di c**o: ma tu, esattamente, chi sei?

Letta-Letta. “Usiamo il Mes per le spese della Difesa” (Enrico Letta, Pd, Stampa, 9.9). Ideona: mangiamo cannoni.

Il titolo della settimana/1. “Il caso Toti e la deriva etica di (alcuni magistrati” (Giuseppe Gargani, Dubbio, 3.9). Giusto: questa etica sta diventando un vero cancro.

Il titolo della settimana/2. “Centrosinistra, Renzi lancia l’ala Blair: ‘Senza di noi vincerà sempre la destra’” (Messaggero, 6.9). Ma soprattutto con voi.

Il titolo della settimana/3. “Siamo tutti Salvini” (Maurizio Belpietro, Verità, 15.9). Qui ci sono gli stremi per una class action.

Il titolo della settimana/4. “Ucraina, le autocrazie armano Mosca… La Russia adopera una crescente quantità di armamenti provenienti da Teheran e Pyongyang ricorrendo, in alcuni casi, anche alla tecnologia di Pechino” (Maurizio Molinari, Repubblica, 15.9). Vergogna: fanno come noi.

Il titolo della settimana/5. “Supermario come Keynes” (Pietro Maiorana, Riformista, 11.9). “Quanti rischi se ignoriamo Supermario” (Gabriele Segre, Stampa, 13.9). Brr che paura.

Il titolo della settimana/6. “Il Pd avvisa Conte: ‘Nessun accordo sulla Rai con la maggioranza’” (Foglio, 10.9). Quindi niente Tg3 al Pd.

Foto dal web

Il Fatto Quotidiano
Copyright © 2009 - 2024 SEIF S.p.A. - C.F. e P.IVA 10460121006




 Regione Toscana  ~ Prov.: Grosseto  ~ Città: Porto S. Stefano  ~  Messaggi: 61366  ~  Membro dal: 29/06/2004  ~  Ultima visita: Ieri Torna all'inizio della Pagina

Dino

Amministratore




Utente Valutato
Voti: 9



Inserito il - 17/09/2024 : 06:11:25  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Dino  Invia a Dino un messaggio Yahoo! Invia a Dino un Messaggio Privato Aggiungi Dino alla lista amici  Rispondi Quotando
È TORNATO DORELLIK

l'editoriale di Marco Travaglio

17 settembre 2024

Non so a voi, ma a me il video di Salvini travestito da attore shakespearian-brechtiano è piaciuto un sacco. Mi ha ricordato Johnny Dorelli in Dorellik e Raimondo Vianello con la calzamaglia nera nella parodia della Ballata di Mackie Messer. Alla pochade si unisce un altro caratterista, ’Gnazio La Russa, che per dimostrare l’innocenza del vicepremier su OpenArms tenta di provare la colpevolezza di Conte: “Dice che della decisione di Salvini non era tanto convinto. Ma, se era un reato così grave da far rischiare 6 anni di carcere, doveva dimettersi e far cadere il governo, altrimenti vuol dire che era d’accordo”. Quindi il 14 agosto 2019, quando l’Open Arms giunse a Lampedusa e chiese di sbarcare i migranti, La Russa era in ferie su Marte: in Italia tutti sapevano che il Conte-1 era caduto l’8 agosto per mano di Salvini, con tanto di mozione di sfiducia. Il 9 agosto i legali dell’Ong chiesero al Tribunale dei minori di Palermo di far sbarcare i ragazzini. Il 12 il Tribunale chiese spiegazioni al governo. Il 13 Conte scrisse a Salvini di far scendere almeno i minori, invano. Il 14 il Tar Lazio sospese il divieto di sbarco e la nave giunse in Italia, ma Salvini rifiutò di indicare il porto sicuro e attaccò il premier: “Mi ha scritto per lo sbarco di alcune centinaia di migranti (163, ndr). Gli risponderò che non si capisce perché debbano sbarcare in Italia”.

Il 15 Conte gli inviò un’altra lettera durissima: “Ier l’altro… ti ho invitato, ‘nel rispetto della normativa in vigore, ad adottare con urgenza i necessari provvedimenti per assicurare assistenza e tutela ai minori’… Comprendo la tua ossessiva concentrazione nell’affrontare il tema dell’immigrazione riducendolo alla formula ‘porti chiusi’. Sei… proteso a incrementare i tuoi consensi. Ma parlare come Ministro dell’Interno e alterare una chiara posizione del tuo Presidente del Consiglio, scritta nero su bianco, è… un chiaro esempio di sleale collaborazione, l’ennesimo, che non posso accettare”. Tantopiù che “Francia, Germania, Romania, Portogallo, Spagna e Lussemburgo mi hanno appena comunicato di essere disponibili a redistribuire i migranti… Siamo agli sgoccioli di questa nostra esperienza di governo… ho sempre cercato di trasmetterti i valori della dignità del ruolo che ricopriamo e la sensibilità per le istituzioni che rappresentiamo. La tua foga politica e l’ansia di comunicare, tuttavia, ti hanno indotto spesso a operare ‘slabbrature istituzionali’, che a tratti sono diventate veri e propri ‘strappi istituzionali’”. Cinque giorni dopo, Conte gli diede il resto in Senato. Salvini, colpito e affondato, ritirò la mozione di sfiducia. Conte replicò: “Se ti manca il coraggio, ce lo metto io”. E salì sul Colle a dimettersi. La Russa, vicepresidente del Senato, era lì: dormiva?

Foto dal web

Il Fatto Quotidiano
Copyright © 2009 - 2024 SEIF S.p.A. - C.F. e P.IVA 10460121006




 Regione Toscana  ~ Prov.: Grosseto  ~ Città: Porto S. Stefano  ~  Messaggi: 61366  ~  Membro dal: 29/06/2004  ~  Ultima visita: Ieri Torna all'inizio della Pagina

Dino

Amministratore




Utente Valutato
Voti: 9



Inserito il - 18/09/2024 : 04:35:27  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Dino  Invia a Dino un messaggio Yahoo! Invia a Dino un Messaggio Privato Aggiungi Dino alla lista amici  Rispondi Quotando
GLI ININFLUENCER

l'editoriale di Marco Travaglio

18 settembre 2024

Mesi e mesi a leggere che “l’Italia è isolata in Europa” perché la Meloni non ratifica il Mes e FdI&Lega non votano la Von der Leyen, dunque non avremo un commissario di peso né tantomeno una vicepresidenza, anzi forse ci sbattono fuori dall’Europa e ci annettono all’Africa. Poi Ursula annuncia i commissari e Fitto di FdI diventa commissario alla Coesione (non male, per chi ha votato l’Autonomia differenziata) e vicepresidente esecutivo (uno dei sei).

Mesi e mesi a leggere che mai e poi mai il Pd, ma neanche gli altri del Pse, ma anche Verdi e Liberali, voteranno una commissione Ue con dentro un pericoloso “sovranista” come Fitto (un flaccido democristiano salentino). Poi il Pd, ma anche gli altri del Pse, ma anche Verdi e Liberali, votano la commissione con dentro Fitto e tutto il cucuzzaro.

Mesi e mesi a leggere che in Italia è rinato il bipolarismo fra il diavolo Meloni e l’acqua santa Schlein (“o di qua o di là”). Poi, sulle questioni importanti – dall’Ue alla guerra – la diavolessa e l’angioletta votano sempre insieme (“di qua, ma anche di là”). Anzi, sui missili a lungo raggio per colpire la Russia, le destre italiane e americane sono un po’ meno belliciste dei partiti democratici.

Mesi e mesi a ripetere che il vero discrimine fra sovranisti e democratici è l’immigrazione. Poi a Londra il laburista Starmer sbaraglia il conservatore Sunak e la prima cosa che fa è volare a Roma a elogiare la Meloni per le sue politiche migratorie e a chiederle consigli su come fermare i migranti (che, per inciso, nei primi due anni di melonismo sono raddoppiati). Intanto negli Usa la democratica Harris (l’ultimo faro da cui il Pd vuole “ripartire” dopo la dipartita di tutti gli altri) respinge come un’infame calunnia l’accusa di Trump di non voler respingere i clandestini alla frontiera.

Mesi e mesi a discettare di Ius Scholae e Ius Soli, esaltando i compagni Marina, Pier Silvio e Tajani che “aprono sui diritti” e gliela fanno vedere loro ai fasci oscurantisti di Palazzo Chigi. Poi, al momento del voto in aula, Forza Italia dice no: era lo Ius Sòla.

Mesi e mesi a invocare il ritorno di Renzi e a magnificare il “ritorno di Draghi” e della celebre Agenda in pelle umana, unico argine al sovranismo e al populismo e unica salvezza per l’Ue. Poi Renzi viene subissato di fischi e Draghi con tutta l’Agenda da boati di indifferenza nel mondo reale.

Settimane e settimane a leggere che “il caso Boccia-Sangiuliano non è chiuso” e a esaltare la ininfluencer pompeiana che inchioda irrimediabilmente il governo alle sue responsabilità. Poi escono i sondaggi e, dopo il caso Boccia, il governo cresce e il Pd cala.

Dal Derby della Coglionaggine governo-opposizione è tutto, linea allo studio.

Foto dal web

Il Fatto Quotidiano
Copyright © 2009 - 2024 SEIF S.p.A. - C.F. e P.IVA 10460121006




 Regione Toscana  ~ Prov.: Grosseto  ~ Città: Porto S. Stefano  ~  Messaggi: 61366  ~  Membro dal: 29/06/2004  ~  Ultima visita: Ieri Torna all'inizio della Pagina

Dino

Amministratore




Utente Valutato
Voti: 9



Inserito il - 19/09/2024 : 05:11:17  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Dino  Invia a Dino un messaggio Yahoo! Invia a Dino un Messaggio Privato Aggiungi Dino alla lista amici  Rispondi Quotando
Editoriale di Marco Travaglio - 19 settembre 2024

IL CONTE DEL GRILLO

La guerra dei due Giuseppe, oltreché dannosa per i 5Stelle e noiosa per gli altri, è anche inutile. Sarebbe interessante se leader e garante avessero due progetti politici diversi. Ma qui si vede solo quello di Conte: rifondare il M5S dal basso con un’assemblea costituente dopo l’eurobatosta seguita a due buone esperienze di governo (Conte-1 e Conte-2) e a una pessima (Draghi). E rimettere tutto in discussione, dando l’ultima parola a iscritti e non, anche minorenni, anziché ai soliti caminetti. Quello di Grillo qual è? Tra un post e una Pec, nessuno l’ha capito. Cita princìpi irrinunciabili e immodificabili – nome, simbolo e due mandati – che però sono già stati più volte modificati da lui o con lui, quindi sono rinunciabili. Pare (ma questo lo dice la fida Raggi, al terzo mandato ma disponibile al quarto) che non voglia alleanze, ma nella scorsa legislatura avallò quelle con la Lega e col Pd. E meno male, sennò avrebbe buttato nel cesso il 33%. E, nelle elezioni anticipate dopo lo stallo del 2018 o la crisi del Papeete 2019, Salvini avrebbe avuto i pieni poteri. Niente Reddito, dl Dignità, Spazzacorrotti, voto di scambio, taglio di vitalizi e parlamentari, Bonus 110, manette agli evasori e le altre riforme che costituiscono la vera identità dei 5Stelle (non i loghi e le regolette interne). Grillo impose pure l’alleanza con FI, Lega, Iv, Azione e Pd nel governo Draghi e condannò a morte i 5S, anche se poi Conte – chiamato da lui – li resuscitò nel 2022.

Ora non c’è un solo punto di programma che lo divida da Conte. Quindi nessuno capisce cosa voglia, salvo dimostrare che comanda ancora lui: il che, oltre a contraddire l’“uno vale uno”, avviene a colpi di Pec, diffide legali, avvocati e carte bollate da azzeccagarbugli. Una spettacolare inversione di ruoli che trasforma Grillo in un leguleio alla Conte e Conte in un attivista della democrazia partecipata alla Grillo. Eppoi non comandava neppure quando poteva: i 5S li affidò prima a Casaleggio, poi al direttorio a cinque, infine a un leader unico (Di Maio e Conte), perché l’ha sempre detto di non esser fatto per la routine politica. Prende 300 mila euro l’anno per comunicare e non comunica nulla, se non qualche goccia di veleno ogni tanto contro chi lo stipendia. In campagna elettorale non si fa vedere, anzi non va proprio a votare. I parlamentari, se non vanno ai suoi spettacoli, non lo conoscono e lui non conosce loro. Quando condusse la sciagurata trattativa con Draghi, accanto al reggente Crimi e ai capigruppo Crippa e Licheri, presentò quest’ultimo come il generale Costa. E il malcapitato non spiccicò parola per evitargli un’epica figuraccia con il Migliore. A proposito: ma non è che ultimamente Grillo ha risentito Draghi? Così almeno tutto ciò che è insensato acquisterebbe un senso.

Il Fatto Quotidiano
Copyright © 2009 - 2024 SEIF S.p.A. - C.F. e P.IVA 10460121006




 Regione Toscana  ~ Prov.: Grosseto  ~ Città: Porto S. Stefano  ~  Messaggi: 61366  ~  Membro dal: 29/06/2004  ~  Ultima visita: Ieri Torna all'inizio della Pagina

Dino

Amministratore




Utente Valutato
Voti: 9



Inserito il - 20/09/2024 : 04:21:11  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Dino  Invia a Dino un messaggio Yahoo! Invia a Dino un Messaggio Privato Aggiungi Dino alla lista amici  Rispondi Quotando
LO FAMO STRANO

l'editoriale di Marco Travaglio

20 settembre 2024

Massimo Fini ha un bel dire che devo scrivere editoriali più seri. Io ci provo, lo giuro. Ma poi leggo che alla Camera, per attestare oltre ogni ragionevole dubbio l’onestà di Ottaviano Del Turco, condannato a 3 anni e 11 mesi per induzione indebita, cioè per aver estorto 850 mila euro di tangenti sulla sanità pubblica al re delle cliniche private in Abruzzo, il Pd ha fatto parlare Piero Chanel Fassino, sotto processo per alcuni tentati furti di profumi al duty free di Fiumicino: un classico caso di confusione tra fragranza e flagranza. Poi il Pd dice peste e corna della commissione Von der Leyen-2 e in particolare a Fitto: quindi è un Sì a entrambi. Poi FdI, Pd e FI votano No al paragrafo 8 della risoluzione del Parlamento Europeo che “invita gli Stati membri a revocare immediatamente le restrizioni sull’uso delle armi occidentali consegnate all’Ucraina contro obiettivi militari legittimi sul territorio russo”. Quindi subito dopo votano Sì alla risoluzione complessiva contenente il paragrafo 8 a cui hanno appena detto No. “Lo famo strano”: sono contrari, ma favorevoli.

La Minzion d’Onore la merita ancora una volta il Pd: la Schlein aveva dato indicazione di opporsi alla dichiarazione di guerra alla Russia, infatti i suoi 21 sono riusciti ad approvarla in otto modi diversi. 1) La Picierno e la Gualmini votano Sì sia al paragrafo 8 sia alla risoluzione. 2) Benifei, Corrado, Decaro, Laureti, Ricci, Ruotolo, Zan e Zingaretti votano No al paragrafo e Sì alla risoluzione. 3) La Strada vota No al paragrafo e si astiene sulla risoluzione. 4) La Annunziata si astiene sul paragrafo e vota Sì alla risoluzione, poi rettifica a verbale la sua astensione precisando la sua contrarietà al paragrafo, ma non alla risoluzione che lo contiene. 5) Gori resta a Bergamo, ma fa sapere che, se fosse lì, voterebbe Sì al paragrafo e alla risoluzione. 6) Nardella non c’è. 7) Tarquinio non vota per “ragioni tecniche” sul paragrafo, ma è per il No, poi però si astiene alla risoluzione. 8) Bonaccini, Lupo, Maran, Moretti, Tinagli e Topo non partecipano al voto sul paragrafo togliendo la scheda dalla fessura, ma la rimettono per votare Sì alla risoluzione. Otto sfumature di Sì. Qualcuno, per differenziarsi meglio dagli altri con un surplus di originalità, aveva pensato di votare reggendosi su un piede solo, o camminare sulle mani e infilare la scheda con l’alluce destro, o incrociare le dita dietro la schiena e votare con la punta del naso, o indossando un berretto a sonagli o uno scolapasta, o imbracciando un fucile a tappo, o soffiando in una lingua di Menelik. Ma poi ha lasciato perdere, temendo di far troppo sfigurare l’ordinaria monotonia di 5 Stelle, Lega e Avs che, essendo contrari al paragrafo e alla risoluzione, hanno prosaicamente votato No all’uno e all’altra. Banali.

Foto dal web

Il Fatto Quotidiano
Copyright © 2009 - 2024 SEIF S.p.A. - C.F. e P.IVA 10460121006




 Regione Toscana  ~ Prov.: Grosseto  ~ Città: Porto S. Stefano  ~  Messaggi: 61366  ~  Membro dal: 29/06/2004  ~  Ultima visita: Ieri Torna all'inizio della Pagina

Dino

Amministratore




Utente Valutato
Voti: 9



Inserito il - 21/09/2024 : 06:03:43  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Dino  Invia a Dino un messaggio Yahoo! Invia a Dino un Messaggio Privato Aggiungi Dino alla lista amici  Rispondi Quotando
IL CODICE DA TOTI

l'editoriale di Marco Travaglio

21 settembre 2024

L’altro giorno, nel noto simposio di giureconsulti L’aria che tira, il patteggiatore seriale Giovanni Toti mi ha impartito una lezione di Diritto penale: “Un patteggiamento non è un’ammissione di colpa. Sono stato accusato di essere Al Capone, poi è uscito fuori che Toti non ha mai preso un euro”. In attesa di sapere perché uno che non ha mai preso un euro prega il giudice non di assolverlo al processo, ma di infliggergli una “pena detentiva” di 2 anni e 1 mese per corruzione con interdizione dai pubblici uffici senza processo (ma in base alle accuse del pm), cito dal sito del ministero della Giustizia del suo amico Carletto Nordio: “Presupposto del patteggiamento è l’implicita ammissione di colpevolezza da parte dell’imputato”. E la Corte di Cassazione: “La richiesta di accettazione della pena deve essere considerata come ammissione del fatto”. Tant’è che ora il giudice, se accetterà il patteggiamento, potrà confiscare a Toti i soldi che non ha mai preso e intanto scatterà sia l’interdizione dai pubblici uffici sia la legge Severino, che dichiara incandidabile chi è stato condannato o ha patteggiato (per la legge è la stessa cosa) una pena superiore a 2 anni per un delitto contro la PA.

Purtroppo è inutile spiegare queste cose a Toti, che ha studiato Diritto nei prestigiosi atenei serali del Psi e di Cologno Monzese. Il Tribunale del Riesame di Genova, rigettando la sua prima istanza di revoca degli arresti domiciliari, scrisse che poteva ripetere i reati perché non li capiva: “Se è necessario per l’indagato farsi spiegare ogni volta dagli inquirenti che cosa sia lecito e che cosa non lo sia, continua indubbiamente a sussistere il concreto e attuale pericolo che egli commenta altri fatti di analoga indole, nella convinzione di operare legittimamente”. Confondeva le “erogazioni liberali” (cioè gratuite e disinteressate) degli imprenditori ai politici (consentite dalla legge) con le mazzette che incassava da Spinelli &C. mentre concordava concessioni, licenze e appalti (vietate dalla legge). Poi le manette devono avergli fatto intuire la differenza, infatti s’è dimesso e ha patteggiato la pena. Non una, ma due volte e sempre per corruzione, cioè per soldi che non ha preso: prima per quelli del ras del porto Aldo Spinelli, poi per quelli di Luigi Alberto Amico, patron degli omonimi cantieri navali. Se un patteggiamento è un indizio di innocenza, due patteggiamenti sono una prova schiacciante. Purtroppo s’è scordato di coordinarsi con Matteo Salvini, che proprio a Genova, al Salone Nautico, alla domanda se patteggerà per Open Arms, ha risposto adorabile: “Non ho nulla di cui pentirmi o su cui patteggiare, non sono mica un delinquente!”. Mica è Toti, lui.

Foto dal web

Il Fatto Quotidiano
Copyright © 2009 - 2024 SEIF S.p.A. - C.F. e P.IVA 10460121006




 Regione Toscana  ~ Prov.: Grosseto  ~ Città: Porto S. Stefano  ~  Messaggi: 61366  ~  Membro dal: 29/06/2004  ~  Ultima visita: Ieri Torna all'inizio della Pagina

Dino

Amministratore




Utente Valutato
Voti: 9



Inserito il - 22/09/2024 : 07:33:05  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Dino  Invia a Dino un messaggio Yahoo! Invia a Dino un Messaggio Privato Aggiungi Dino alla lista amici  Rispondi Quotando
L'ULTIMA FOGLIA DI FICO

l'ditoriale di Marco Travaglio

22 settembre 2024

In quelle che Alessandro Barbero chiama “le guerre perbene”, era buon uso dichiararle prima di farle. Così il nemico si regolava. Ora invece si fanno senza dichiararle, anzi negandole, o chiamandole con un altro nome. E le dichiarazioni di guerra vanne lette tra le righe. Tipo quella alla Russia contenuta nell’ultima risoluzione del Parlamento europeo, approvata da Popolari (inclusa FI), Socialisti (inclusi i contorsionisti del Pd), Verdi (esclusi i nostri), Liberali e Conservatori, con i No di M5S, Lega e Avs, che “invita gli Stati membri a revocare immediatamente le restrizioni all’uso dei sistemi d’arma occidentali forniti all’Ucraina contro legittimi obiettivi militari sul territorio russo”. Cioè a fare ciò che neppure Biden, al momento, ha ancora fatto: autorizzare l’Ucraina a bombardare una potenza nucleare con 6 mila testate atomiche, dopo averne invaso un pezzettino. Gli altri Paesi Ue possono farlo: le loro Costituzioni non ripudiano la guerra. Ma la nostra sì, come hanno ricordato non i bellicisti mascherati del Pd, ma i ministri di destra Crosetto e Tajani. I guardaspalle della Nato che infestano gazzette e tv sono subito insorti contro la presunta “ipocrisia”. Ma dovrebbero prendersela con l’adorato Draghi che il 1° marzo 2022, per aggirare l’articolo 11 e inviare armi a un Paese non alleato in guerra, chiarì in Parlamento che l’obiettivo era la “de-escalation” militare e il negoziato Mosca- Kiev con l’unico mediatore allora in campo: il Papa. Armi non per sconfiggere la Russia, ma per negoziare la pace fra le due parti. E lo ribadì al G7 in Germania, il 28 giugno ’22: “Armi e sanzioni sono fondamentali per portare la Russia al tavolo dei negoziati”. L’ex presidente della Consulta Cesare Mirabelli, peraltro molto lasco sull’articolo 11, spiegò: “La Carta non nega la guerra di difesa, ma indica la via maestra della diplomazia come soluzione dei conflitti internazionali”.

Poi però il tavolo si aprì, a Minsk e poi a Istanbul, e un accordo era vicinissimo già un mese dopo l’invasione russa, ma Zelensky fu indotto ad abbandonare i negoziati dalle pressioni di Usa e Gran Bretagna. E il 4 ottobre ‘22 proibì addirittura per decreto ogni trattativa con la Russia. Da allora cadde anche l’ultima foglia di fico e l’Italia restò nuda a violare la Carta inviando armi a Kiev per usarle in Ucraina. Figurarsi in Russia. Ora però apprendiamo da Stefano Cappellini su Rep che dire no ai nostri missili in Russia è una vergogna perché votano così anche “Salvini e Vannacci”, per non parlare di Orbán. Quindi è ufficiale: la Costituzione della Repubblica Italiana non l’hanno scritta De Gasperi, Togliatti, Terracini, Ruini, La Pira, Croce e gli altri 550 padri costituenti. L’hanno scritta Salvini, Vannacci e Orbán. Buono a sapersi.

Il Fatto Quotidiano
Copyright © 2009 - 2024 SEIF S.p.A. - C.F. e P.IVA 10460121006

@follower




 Regione Toscana  ~ Prov.: Grosseto  ~ Città: Porto S. Stefano  ~  Messaggi: 61366  ~  Membro dal: 29/06/2004  ~  Ultima visita: Ieri Torna all'inizio della Pagina

Dino

Amministratore




Utente Valutato
Voti: 9



Inserito il - 23/09/2024 : 03:37:57  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Dino  Invia a Dino un messaggio Yahoo! Invia a Dino un Messaggio Privato Aggiungi Dino alla lista amici  Rispondi Quotando
MA MI FACCIA IL PIACERE

l'editoriale di Marco Travaglio

23 settembre 2024

Senza parole. “…………..” (titolo della Stampa in prima pagina sul sequestro di 74,8 milioni ai fratelli editori Elkann, 21.9). Loro la legge Bavaglio la anticipano.

Mo’ me lo segno/1. “La lettera di Marina Berlusconi: ‘Meloni e Tajani godono della mia stima’” (Repubblica, 19.9). E stica**i non ce lo vogliamo aggiungere?

Mo’ me lo segno/2. “L’implosione di un centrismo privo da tempo di identità” (Massimo Franco, Corriere della sera, 19.9). Oh no, e adesso come facciamo?

Vannala Harris. “Se pianto la matita che ho nel taschino nella giugulare del ceffo che mi aggredisce – ammazzandolo – perché dovrei rischiare di essere condannato per eccesso colposo di legittima difesa?” (gen. Roberto Vannacci, Il mondo al contrario, 2023). “Io possiedo una pistola: se un intruso entra in casa mia, gli sparo” (Kamala Harris, 19.9.24). Tra fascisti e democratici c’è un abisso: i primi ti ammazzano se li aggredisci, i secondi a prescindere.

Spingitori di diritti. “La spinta di Gianni Letta nella svolta pro-diritti di FI” (Repubblica, 18.9). Praticamente un incrocio fra Zan e Luxuria.

Mai dire mai. “Fitto sarà un vicepresidente esecutivo, risultato che l’Italia non aveva MAI raggiunto” (Giovanni Donzelli, FdI, 18.9). In effetti, aveva solo avuto la presidenza dell’intera Commissione con Prodi.

Spiriti guida. “Tajani all’evento di FI: ‘Seguire la lezione del Cav sulla giustizia e sul fisco’” (Libero, 21.9). Poi seguire la lezione di Rocco S******i sulla castità.

Musumeci vs Meloni. “Non sono aduso alle passerelle con gli stivali nel fango mentre la gente si dispera” (Nello Musumeci, FdI, ministro Protezione civile, Corriere della sera, 20.9). Con tutto quello che ha fatto lei per lui.

Una piazza, due misure. “Incidente al Salone dell’Auto di Torino. In piazza San Carlo una Lancia 037 sulla folla: 15 persone ferite, almeno 10 in ospedale” (Corriere della sera, 15.9). “Chiara Appendino condannata per piazza San Carlo, le motivazioni della Cassazione: ‘Sottovalutò i rischi’” (Corriere della sera, 18.9). Quindi ora la Procura di Torino farà processare il sindaco Pd Stefano Lorusso. O no?

Abile e arruolata. “Picierno, la riformista doc che salva l’onore dell’Italia: ‘Porteremo Putin alla resa’” (Riformista, 21.9). Panico al Cremlino.

Un sentimentale. “Amadeus: ‘Al Nove non per soldi ma per affetto’” (Stampa, 17.9). Ma certo, come no.

Anti, dunque pro. “’Ue, nomine sbilanciate a destra. A Fitto non faremo sconti’. Schlein annuncia battaglia”. (Repubblica, 18.9). “Nardella (Pd): ‘Fitto ha deleghe senza peso. Troppo potere alla presidente’” (Domani, 19.9). “Benifei (Pd): ‘Se non cambia, l’Ursula bis non è votabile dai socialisti’”. (il manifesto, 20.9). Quindi è un sì?

Garantisti della mutua. “Yara, il gip salva la pm: ‘Non ci fu depistaggio’” (Luca Fazzo, Giornale, 19.9). No, stellina: si dice archivia, non salva.

Un bel silenzio. “Conte paga Grillo per farlo tacere” (Francesco Merlo, Repubblica, 19.9). Infatti non ha mai sparlato tanto come da quando lo pagano.

Ha stato Donald. “Mattew Dallek: ‘Trump nutre la mistica della violenza in un Paese che uccide i suoi leader. Cavalcherà l’attentato senza remore’” (Stampa, 17.9). Praticamente s’è sparato da solo.

Ma che stai addì? “Musolino, segretario di Magistratura democratica: ‘La reazione di Salvini e del resto del governo mi sembrano una sorta di influenza trumpiana sulla politica italiana. È come se mancasse completamente la percezione della differenza tra ruolo istituzionale e vicende personali’” (il manifesto, 17.9). È come se Musolino non avesse mai sentito parlare di Berlusconi.

Il titolo della settimana/1. “Andare oltre l’‘agenda’ Draghi” (Domani, 19.9). Ma come: non l’hanno ancora trovata e già vanno oltre?

Il titolo della settimana/2. “Libano, venti di guerra con Israele” (Repubblica, 19.9). Ah, è il Libano che attacca, mi pareva.

Il titolo della settimana/3. “Altri scoppi. Dopo i cercapersone esplodono i walkie-talkie: almeno 20 morti” (Corriere della sera, 19.9). “Escalation contro Hezbollah. Saltano in aria i walkie talkie” (Repubblica, 19.9). E fanno tutto da soli.

Il titolo della settimana/4. “’Non c’è libertà senza condivisione’: Mattarella saluta Pordenonelegge” (Corriere della sera, 19.9). Ma non mi dire.

Il titolo della settimana/5. “Rosato: ‘Siamo rimasti in tre gatti’” (Foglio, 19.9). Ma non saranno troppi?

Il titolo della settimana/6. “È stato versato troppo sangue ucraino per cedere ora terra ai russi” (Foglio, 17.9). Giusto: versiamone altro.

Il titolo della settimana/7. “Dare a Zelensky il Nobel per la Pace” (rag. Claudio Cerasa, Foglio, 17.9). Uahahahahah.

Il titolo della settimana/8. “Il Museo Egizio diventa un brand diffuso aspettando il bicentenario e Mattarella” (Stampa, 19.9). Mummia più, mummia meno.

Il Fatto Quotidiano
Copyright © 2009 - 2024 SEIF S.p.A. - C.F. e P.IVA 10460121006

@follower




 Regione Toscana  ~ Prov.: Grosseto  ~ Città: Porto S. Stefano  ~  Messaggi: 61366  ~  Membro dal: 29/06/2004  ~  Ultima visita: Ieri Torna all'inizio della Pagina

Dino

Amministratore




Utente Valutato
Voti: 9



Inserito il - 24/09/2024 : 04:56:47  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Dino  Invia a Dino un messaggio Yahoo! Invia a Dino un Messaggio Privato Aggiungi Dino alla lista amici  Rispondi Quotando
ANDREOTTI?NON MI DIRE

l'ditoriale di Marco Travaglio

24 settembre 2024

Siccome non c’è nulla di più inedito del già pubblicato, la deputata FI Rita dalla Chiesa, appena 42 anni dopo l’assassinio del padre Carlo Alberto e di sua moglie Emanuela, allude ad Andreotti come il politico che i mafiosi volevano favorire. E la cosa fa grande scalpore sui media, come se fosse una novità dell’ultim’ora. Peccato che sia già tutto scritto nero su bianco nelle sentenze su Andreotti, assolto in primo grado, poi mezzo assolto e mezzo prescritto in appello e in Cassazione. Sentenze che nessuno osa citare, tantomeno Rita dalla Chiesa, devota a B. che definì i pm di Palermo “matti, antropologicamente diversi dalla razza umana” proprio per quel processo. Già nel 1971 il giovane Dalla Chiesa, capo della legione Carabinieri di Palermo, denuncia le collusioni mafiose di andreottiani tipo Lima e Ciancimino. E appena ci torna come prefetto nell’aprile 1982, solo e abbandonato senza poteri reali, scrive sul suo diario parole più dure di qualsiasi condanna: “Ieri anche l’on. Andreotti mi ha chiesto di andare e, naturalmente, date le sue presenze elettorali in Sicilia, si è manifestato per via indiretta interessato al problema; sono stato molto chiaro e gli ho dato però la certezza che non avrò riguardi per quella parte di elettorato alla quale attingono i suoi grandi elettori; sono convinto che la mancata conoscenza del fenomeno… lo ha condotto e lo conduce ad errori di valutazione di uomini e di circostanze; il fatto di raccontarmi che intorno al fatto Sindona un certo Inzerillo morto in America è giunto in una bara e con un biglietto da 10 dollari in bocca, depone nel senso: prevale ancora il folklore e non se ne comprendono i messaggi…”.

Nel 1986, testimone al Maxiprocesso, Andreotti nega di aver mai chiesto di incontrare Dalla Chiesa (che dunque avrebbe mentito al suo diario) e di avergli parlato del mafioso Inzerillo. Peccato che il generale l’abbia raccontato al figlio Nando, aggiungendo che Andreotti “è sbiancato in volto”. Il 2.4.1982 scrive al premier Spadolini: “I messaggi già fatti pervenire a qualche organo di stampa da parte della ‘famiglia politica’ più inquinata del luogo hanno già fatto presa là dove si voleva”. E il 30 aprile, giorno del delitto La Torre, annota nel diario: “La Dc a Palermo vive con l’espressione peggiore del suo attivismo mafioso, oltre che politico… Lo Stato affida la tranquillità della sua esistenza non già alla volontà di combattere e debellare la mafia e una politica mafiosa, ma allo sfruttamento del mio nome per tacitare l’irritazione dei partiti… pronti a buttarmi al vento non appena determinati interessi saranno o dovranno essere toccati o compresi”. Quattro mesi dopo, la lugubre profezia si avvera con una raffica di mitra in via Carini. Serve altro?

Foto dal web

Il Fatto Quotidiano
Copyright © 2009 - 2024 SEIF S.p.A. - C.F. e P.IVA 10460121006




 Regione Toscana  ~ Prov.: Grosseto  ~ Città: Porto S. Stefano  ~  Messaggi: 61366  ~  Membro dal: 29/06/2004  ~  Ultima visita: Ieri Torna all'inizio della Pagina

Dino

Amministratore




Utente Valutato
Voti: 9



Inserito il - 25/09/2024 : 03:24:11  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Dino  Invia a Dino un messaggio Yahoo! Invia a Dino un Messaggio Privato Aggiungi Dino alla lista amici  Rispondi Quotando
C'ERA UNA VOLTA IN LIBANO

l'editoriale di Marco Travaglio

25 settembre 2024

La storia è maestra di vita perché insegna che la storia non insegna niente. Bibi Netanyahu attacca il Libano raccontando che “sconfiggerà il terrorismo” di Hezbollah. Ma, se conoscesse la storia di Israele, saprebbe che due guerre in Libano per sconfiggere il terrorismo hanno già visto Israele sconfitto e il terrorismo vincitore. La prima la scatenò il governo Begin nel 1982 per scacciare le milizie Olp che vi imperversavano dal 1970, dopo che re Hussein di Giordania aveva sterminato migliaia di palestinesi nel Settembre Nero. Anche in Libano i feddayin di Arafat&C. misero su uno Stato nello Stato, destabilizzando i precari equilibri politici fra le varie milizie. Iniziò una sanguinosa guerra civile durata 20 anni (150 mila vittime e un milione di sfollati: un libanese su quattro). Tutti contro tutti, fino all’invasione siriana del 1976 e a quella israeliana del 1982, detta “Pace in Galilea”. La guidò il ministro della Difesa Sharon, che doveva ripulire il Sud del Libano, usato dall’Olp come rampa di lancio per razzi e missili contro i villaggi dell’Alta Galilea. L’esercito israeliano spazzò via le postazioni sul confine, ma i feddayin fuggirono verso Beirut. Sharon disobbedì agli ordini e li inseguì con le truppe fino alla capitale. Il 22 agosto il giovane leader cristiano Bashir Gemayel, alleato di Tel Aviv, fu eletto presidente del Libano. Era pronto a fare pace con Israele, come l’egiziano Sadat, appena assassinato come traditore della causa araba. E il 14 settembre fu ucciso anche lui, insieme a 30 collaboratori e guardie del corpo, da un commando filosiriano. I suoi falangisti cristiano-maroniti, nella notte fra il 16 e il 17 settembre, scatenarono una feroce rappresaglia nei campi profughi di Sabra e Chatila, nei dintorni di Beirut, senza distinguere fra terroristi armati dell’Olp e civili inermi. I morti identificati dalla Croce Rossa furono 663, ma superavano il migliaio. E l’esercito israeliano, che controllava Beirut Ovest, non mosse un dito per fermare la strage. La Corte Suprema israeliana, pur escludendo sue responsabilità dirette, costrinse Sharon a dimettersi da ministro della Difesa (fine della sua carriera per quasi 20 anni). Intanto Arafat&C., dopo una guerra civile con gruppi palestinesi dissidenti, furono cacciati pure dal Libano e traslocarono in Tunisia. Prontamente sostituiti dalle milizie sciite di Hezbollah, il “partito di Dio” filo-iraniano. Che ripresero da dove l’Olp aveva interrotto, bombardando incessantemente l’Alta Galilea per un quarto di secolo.

Nel 2006 il premier israeliano Ehud Olmert lanciò la seconda guerra del Libano, prima via aria poi via terra, per annientare Hezbollah: 34 giorni di scontri, 1.100 morti libanesi e 154 israeliani, e nulla di fatto. Ora, con Netanyahu, non c’è il due senza il tre.

Foto dal web

Il Fatto Quotidiano
Copyright © 2009 - 2024 SEIF S.p.A. - C.F. e P.IVA 10460121006




 Regione Toscana  ~ Prov.: Grosseto  ~ Città: Porto S. Stefano  ~  Messaggi: 61366  ~  Membro dal: 29/06/2004  ~  Ultima visita: Ieri Torna all'inizio della Pagina

Dino

Amministratore




Utente Valutato
Voti: 9



Inserito il - 26/09/2024 : 06:46:47  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Dino  Invia a Dino un messaggio Yahoo! Invia a Dino un Messaggio Privato Aggiungi Dino alla lista amici  Rispondi Quotando
LA SERVA SERVE

l'editoriale di Marco Travaglio

26 settembre 2024

Questo articolo, con qualche data cambiata, l’ho scritto varie volte negli ultimi 15 anni e anche prima. Ma non è colpa mia: è che a ogni giro di nomine Rai arriva, puntuale come le tasse, la “candidatura Minoli”. Per non dire che l’unico a volere Giovanni Minoli è Minoli Giovanni, i gazzettieri fanno i vaghi: “spunta”, “avanza”, “se ne parla”. Ieri il Corriere, prima di intervistarlo, ha precisato che “gira il suo nome per la presidenza Rai”. E indovinate chi lo fa girare. Ma stavolta lui fa il prezioso: siccome nessuno gli ha chiesto niente, dice che se qualcuno gli chiede qualcosa “allo stato attuale non ci sono le condizioni”: “I poteri sono ben pochi, servono deleghe ad hoc”. Quindi bene così: nessuno lo vuole, lui non vuole, saluti e baci. Invece no: “Mi sono candidato a consigliere di amministrazione perché ritengo di avere la necessaria esperienza”. È in pensione da 15 anni, ma – tomo tomo cacchio cacchio – “ho attraversato i generi” con Un posto al sole. “Questo è servizio pubblico. Me l’ha detto anche Confalonieri di Mediaset. E ho anche ricevuto la cittadinanza onoraria di Napoli all’unanimità”. Mica pizza e fichi.

Purtroppo in Rai non regna “la professionalità”, ma “l’appartenenza”. E lui l’ha scoperto adesso. Non nel 1987, quando faceva gli spot elettorali a Craxi col garofano rosso all’occhiello. O quando gli scriveva con la saliva al posto dell’inchiostro: “Caro Bettino… in 10 anni ho prodotto molti dei programmi di Rai2 che hanno avuto più successo… Per questo ritengo che avrei potuto essere considerato un interlocutore nel momento dell’ennesima difficilissima scelta circa il destino della Rete 2… Non sono mai stato capace di spendere tempo nelle manovre di corridoio… Capirai lo sfogo ma anche l’amarezza di chi si sente a posto con la coscienza professionale e la lealtà politica, ma sempre scavalcato dai pregiudizi, dalle informazioni incomplete, tendenziose e forse cattive… Se servo, ci sono”. O quando da craxiano si scoprì martelliano, berlusconiano, veltroniano, prodiano, montiano, renziano e sovranista (“se sovranismo significa tornare a produrre programmi in azienda, non mi dispiace”). O quando la Rai gli regalò i diritti di 3 mila ore de La storia siamo noi, poi glieli ricomprò alla modica cifra di 1 milione e ora rimanda in onda il succulento programma. O quando lui passò a Radio 24 e a La7, dove lanciò un’epica intervista con queste parole: “Continuiamo il viaggio tra le donne top manager d’Italia. Siamo andati a incontrare la presidente della Lux, che da 25 anni sforna in continuazione successi d’ascolti per la tv. Lei è Matilde Bernabei!”. Cioè sua moglie, ma lui si scordò di precisarlo. Mille reincarnazioni e un solo, coerente motto: “Se servo, ci sono”. E la serva serve sempre..

Il Fatto Quotidiano
Copyright © 2009 - 2024 SEIF S.p.A. - C.F. e P.IVA 10460121006




 Regione Toscana  ~ Prov.: Grosseto  ~ Città: Porto S. Stefano  ~  Messaggi: 61366  ~  Membro dal: 29/06/2004  ~  Ultima visita: Ieri Torna all'inizio della Pagina

Dino

Amministratore




Utente Valutato
Voti: 9



Inserito il - 27/09/2024 : 06:30:02  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Dino  Invia a Dino un messaggio Yahoo! Invia a Dino un Messaggio Privato Aggiungi Dino alla lista amici  Rispondi Quotando
POI TE LA SPIEGO

l'editoriale di Marco Travaglio

27 settembre 2024

“Antisemitismo”, “ispirazione omicida”, “15 anni di pura m**da”, “feccia antigiudaica”, “Travaglio fascista di destra”, “diffamazioni, calunnie, oltraggi alla verità”, “caccia all’ebreo”, “bassifondi”, “schifo”, “russificazione”, “odio dal fiume al mare”, “vignette da Terzo Reich alla carbonara”. Abbiamo come il sospetto che Giuliano Ferrara non abbia apprezzato le vignette di Mannelli e Natangelo su Netanyahu e non ami neppure il nostro “fogliaccio finanziato solo da chi lo legge”: avendone lui fondato uno finanziato da chi non lo legge (cioè da tutti), possiamo comprenderlo. Certo non ci metteremo a spiegargli le vignette: quando uno non capisce le battute c’è poco da fare. È come spiegare le barzellette al tonto della compagnia, quello che non ride. Lui poi è un finto tonto che fa il furbo: sa benissimo che il miglior antidoto all’antisemitismo è dire che, se un ebreo è un serial killer, la colpa è di quell’ebreo e di chi non lo ferma, non di tutti gli ebrei. E sa benissimo che Netanyahu ha sterminato più civili innocenti in un anno che l’Olp, Hamas e Hezbollah in 50. Ma non vuole ammetterlo. O non può.

A noi piace ricordarlo in una precedente reincarnazione: il Ferrara capogruppo del Pci a Torino, tutto kefiah e odio per Israele (antisemita, direbbe oggi), che il 19 settembre 1982, dopo la strage di palestinesi perpetrata a Sabra e Chatila dai falangisti cristiani sotto gli occhi degli israeliani, si paracaduta su piazza San Carlo. Fin sotto il palco dell’orchestra di Luciano Berio che sta per esibirsi. Sudato e paonazzo, sbraita all’assessore alla Cultura Giorgio Balmas: “Ferma tutto, dobbiamo denunciare crimini di Israele e dedicare il concerto al popolo palestinese!”. Balmas tenta di spiegargli che è impossibile. Il concerto ipersperimentale, è tutto calibrato al centesimo di secondo: 300 orchestrali sparsi per la piazza, trombettisti appesi alle finestre, Berio che dirige a distanza con speciali ricetrasmittenti. L’ossesso si arrampica sul palo del palco, rischiando la catastrofe. Mostra i pugni e scalcia il suo incolpevole cane lupo. Poi corre da Berio, che lo prende per matto e dà il via al concerto. Un funzionario sbotta: “Ma che vuole quello st***zo?”. Lui lo atterra con un pugno in faccia. Poi chiama un amico cronista della Stampa, che l’indomani accusa Berio di avere rifiutato la dedica ai palestinesi perché sua moglie è ebrea. Chiede anche la testa di Balmas, che non si dimette. “Allora mi dimetto io”, tuona il compagno feddayin: “Balmas, col suo comportamento stupido e immorale, lede la dignità democratica e antifascista di Torino, offendendo i martiri palestinesi”. Lascia il Pci, passa al Psi e da lì a FI. Nel frattempo fa pure la spia prezzolata della Cia. Ed è un peccato che abbia smesso: oggi le battute su Netanyahu potrebbero spiegargliele gli americani.

Foto dal web

Il Fatto Quotidiano
Copyright © 2009 - 2024 SEIF S.p.A. - C.F. e P.IVA 10460121006




 Regione Toscana  ~ Prov.: Grosseto  ~ Città: Porto S. Stefano  ~  Messaggi: 61366  ~  Membro dal: 29/06/2004  ~  Ultima visita: Ieri Torna all'inizio della Pagina

Dino

Amministratore




Utente Valutato
Voti: 9



Inserito il - 28/09/2024 : 05:19:11  Link diretto a questa risposta  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Dino  Invia a Dino un messaggio Yahoo! Invia a Dino un Messaggio Privato Aggiungi Dino alla lista amici  Rispondi Quotando
ASILO AVENTINO

l'editoriale di Marco Travaglio

28 settembre 2024

L’altro giorno, siccome la Schlein aveva detto No, il Pd è riuscito a votare Sì alla risoluzione del Parlamento sui missili contro la Russia in 8 modi diversi. E si pensava che fosse un record ineguagliabile. Ma mai sottovalutare quella parodia di partito che pensa di essere democratico solo perché ognuno fa come gli gira. Infatti l’altroieri i dem si sono di nuovo superati. Siccome il Cda Rai è scaduto a maggio e va rinnovato secondo la legge voluta da Renzi e votata dal Pd nel 2015, il Pd e Renzi non hanno votato quello nuovo. Erano sull’Aventino col fu Calenda a ululare alla luna e ad accusare di “tradimento”, con tutti i media al seguito, chi rispetta la loro schiforma senz’averla votata, mentre loro che l’hanno votata e governato per 6 dei 9 anni seguenti senza cambiarla, fingono che non esista e non sia roba loro, ma della destra. Purtroppo la destra ha applicato la loro legge: Cda di 7 membri, di cui 4 eletti dal Parlamento (2 alla maggioranza e 2 all’opposizione, se si mettono d’accordo, sennò la prima ha i voti per prenderseli tutti e 4), 1 dai dipendenti e 2 dal Mef (cioè dal governo) come Ad e come presidente (quest’ultimo eletto dai due terzi della Vigilanza). Quindi 4 alla maggioranza, 1 ai dipendenti e 2 all’opposizione (se partecipa). Oltretutto il Cda scaduto era quello di Draghi. Solo che poi l’Ad pidino Fuortes se n’è andato un anno prima in cambio del San Carlo di Napoli (che però era occupato, allora gli han dato il Maggio Fiorentino), e il Mef l’ha sostituito con Sergio; e la presidente renziana Soldi è fuggita a luglio. Peraltro TeleRenzi e TeleDraghi avevano occupato tutte e tre le reti e i tg, mentre TeleMeloni ha lasciato al Pd il Tg3, i Palinsesti e decine di poltronissime e vicepoltronissime.

Per essere ancor più credibili nell’epica pugna contro TeleMeloni, Elly e i suoi astuti suggeritori hanno avuto questa ideona: l’intera opposizione doveva disertare il voto sul nuovo Cda, così le destre lasciate sole avrebbero fatto strike (7 su 7). E, ogni volta che l’opposizione avesse tuonato contro l’occupazione della Rai, le avrebbero risposto: “Ma siete stati voi a imporci di occuparla, prima con la schiforma e poi col rifiuto di eleggere i vostri consiglieri”. Per fortuna non tutta l’opposizione fa politica come all’asilo d’infanzia, a base di capriccetti e gné-gné: 5Stelle e Avs, da sempre contrari alla schiforma Pd-Renzi, hanno presentato le loro riforme, ne hanno fissato con la presidente Floridia la discussione in Vigilanza e, nell’attesa, hanno rispettato la legge vigente. Così nel nuovo Cda Rai siedono anche due sentinelle della minoranza: una indicata dal M5S, l’avvocato Di Majo; e una da Avs, Roberto Natale, ex portavoce della Boldrini e vicinissimo al Pd. Che riesce ad agguantare poltrone anche quando non c’è.

Foto dal web

Il Fatto Quotidiano
Copyright © 2009 - 2024 SEIF S.p.A. - C.F. e P.IVA 10460121006




 Regione Toscana  ~ Prov.: Grosseto  ~ Città: Porto S. Stefano  ~  Messaggi: 61366  ~  Membro dal: 29/06/2004  ~  Ultima visita: Ieri Torna all'inizio della Pagina
Pagina: di 51  Discussione Discussione Successiva  
Pagina Precedente | Pagina Successiva
      Bookmark this Topic  
| Altri..
 
Vai a:

Herniasurgery.it | Snitz.it | Crediti Snitz Forums 2000
Questa pagina è stata generata in 0,49 secondi.